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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   agricoltura
   bilissimo al gelo) ed asciutto, ma richiede abbondanza d'acqua d'irrigazione: il consumo rapidamente crescente ne va estendendo rapidamente la coltivazione negli Stati Uniti, che ne sono finora i maggiori produttori, in India, nel Brasile, nel Turkestan russo, in Egitto, e ora nel Sudan e in varie parti dell'Africa tropicale, dove i grandi fiumi permettono abbondante irrigazione. La coltivazione del cotone, come quella della canna da zucchero, in clima tropicale non è possibile che con mano d'opera nera, e ciò spiega la grande vergogna della tratta degli schiavi africani negli Stati Uniti meridionali, e il persistervi di tale coltivazione su larga scala, per la popolazione nera, rimastavi e cresciuta di numero, dopo l'abolizione della schiavitù.
   I prodotti agricoli sono andati aumentando in progressione assai rapida negli ultimi secoli tanto per l'estensione delle aree coltiyate, quanto e forse più, per il miglioramento dei metodi di coltura: cernita selezionata dei semi, l'innesto, applicazione razionale di concimi diversi in seguito all'analisi chimica dei terreni, rotazione delle colture, e introduzione delle macchine agricole che arano, seminano, sarchiano, segano, sgranano in modo più ordinato ed economico della macchina uomo. Cosi il prodotto per ettaro è andato sempre più elevandosi, potendo raggiungere p. es., per il frumento i 50 quintali per ettaro, mentre nei paesi più arretrati non raggiunge i 10. La produzione è aumentata in modo, anche per i generi di prima necessità, come i cereali, da superare in annate di buon raccolto il consumo, e da determinare un deprezzamento, che limita automaticamente la cultura, perchè il prezzo non compensa sufficientemente il capitale impiegato e la mano d'oper-. sempre più costosa, per il più alto tono di vita delle masse. Oltre i limiti climatici vi sono quindi limiti economici alla coltivazione: limiti che s'impongono specialmente per i prodotti di lusso, a consumo necessariamente limitato, come le spezie, che si raccolgono o sono coltivate in aree ristrette, poco più vaste di quelle che alimentavano il commercio medioevale. Se il mondo fosse in pace, anche la coltivazione del grano potrebbe essere riservata a zone molte più ristrette delle attuali, che offrano condizioni di terreno e di clima più opportuni: invece il pericolo dominante della guerra obbliga tutti i popoli ad adibire a tale coltivazione terreni meno adatti, che danno reddito necessariamente scarso, e che potrebbero essere adibiti a coltivazioni più redditizie. Ciò si deve dire specialmente per i paesi a popolazione densa, come l'Italia: l'Inghilterra colle sue immense colonie e la sua potente flotta ha potuto finora, nonostante il rapido aumento della popolazione, provvedere alla sua alimentazione con grano importato e concentrare la sua mano d'opera specialmente nel lavoro industriale e commerciale.
   Selvicoltura. — La vegetazione spontanea delle regioni a clima umido è la foresta, che era nelle regioni settentrionali