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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   agricoltura
   347
   4.a Agricoltura a carattere industriale con l'aratro, concimi e animali domestici.
   5.a Industrie varie.
   La prima si trova tuttora dominante nelle regioni abitate da popoli primitivi e pagani della razza gialla, come l'Amazzonia, l'America boreale e la Siberia, che sono regioni a foresta. La seconda domina tuttora nell'Africa centrale e meridionale e nella Melanesia, fra popoli pagani di razza nera, e in regioni pure occupate da foresta. La terza è caratteristica delle regioni a steppe e praterie, che nel continente antico corrisponde all'ingrosso all'area occupata dai popoli nomadi e pastori, prevalentemente di religione mussulmana. Si estese, ma da pochi secoli, nelle regioni e praterie delle due Americhe, continenti in cui mancavano originariamente animali domestici. La quarta (agricoltura con aratro e concime), che richiede estensione di pianure, copia sufficiente d'acqua, popolazione fìssa
   densa, si sviluppò anzitutto nelle pianure alluvionali ed eoliche dell'Asia orientale, e poi nella regione Mediterranea: essa è l'occupazione quasi esclusiva per i popoli di razza gialla a religioni naturalistiche, ma è necessariamente diffusa, come la principale fornitrice di nutrimento, in tutti i co»tinenti. Alcune industrie che richiedono strumenti o macchine semplici (molitorie, tessili, metallurgiche) si riscontrano presso tutti i popoli, ma la grande industria meccanica attuale si può dire quasi esclusiva dalla razza bianca.
   Agricoltura. — Parlando (pag. 193) dell'uomo come fattore di modificazioni della superficie terrestre, abbiamo già riconosciuto che tale sua azione si esplicò specialmente per mezzo del lavoro agricolo, che diradò o distrusse la foresta, spianò i terreni, prosciugò paludi, canalizzò le acque, sostituì alla vegetazione spontanea una vegetazione scelta, specialmente erbacea (cereali e prato). Questa sua opera egli dovette tuttavia adattare sempre a condizioni di terreno e di clima, che non gli lasciavano assoluta libertà nella scelta delle piante da coltivare e dei metodi di coltivazione. La coltivazione che occupa il maggior numero d'uomini è quella dei cereali: frumento, segale, avena, mais, riso, miglio, dura, ciascuno dei quali ha esigenze particolari di temperatura e di umidità. Le zone originarie dei cereali (escluso il riso) e dei prati sono le zone delle praterie e delle steppe, che come abbiamo visto a pag. 112 sono intrapposte fra la zona dei deserti e le due zone nella foresta equatoriale e boreale. La civiltà mediterranea corrisponde probabilmente alla introduzione e larga coltivazione del frumento, aiutata nei terreni semiaridi colla irrigazione artificiale. Per adattamenti progressivi a climi diversi, che diedero origine a molte varietà, i cereali invasero anche lentamente le zone forestali, che vennero su larghe