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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   distribuzione della popolazione
   contro le insidie del mare e degli uomini (Porti). Ogni centro d'aggio— meramento è poi centro di attrazione per un agglomeramento maggiore. L'umanità è come una nebulosa le cui particelle, trascinate in movimenti complessi, ma attraentisi reciprocamente, finiscono con agglomerarsi in nuclei, che sono i germi di sistemi planetari in quanto diventano centri di attrazione sempre crescente sulle particelle circostanti che ne sona assorbite.
   Forze di attrazione tra le molecole umane sono la sociabilità stessa dell'uomo, che creò la famiglia, la tribù, il villaggio, la città, lo stato, e la convenienza di una collaborazione sempre più completa, con una divisione sempre più specializzata del lavoro e colla conseguente necessità di uno scambio sempre più rapido e intenso dei vari prodotti, rispondenti a bisogni sempre più complessi dei singoli e della comunità. Così si spiega il fenomeno dell'urbanesimo, che spopola le campagne per il richiamo ai centri industriali e commerciali, e, in scala più grande, l'addensarsi della popolazione umana in una frazione cosi ristretta dell'area disponibile.
   Sulla terra rimane quindi una grande estensione di spazio disponibile e che potrà essere popolato e sfruttato. Vaste estensioni di steppa e di terreni semiaridi furono conquistati all'agricoltura mediante l'irrigazione o sistemi di coltura adatti al clima asciutto (aridocoltura); vaste estensioni di terreni paludosi furono prosciugati e bonificati; la foresta venne ridotta e diradata, l'igiene ha riscattato regioni rese inabitabili dalla malaria e da altre malattie infettive. Immense estensioni rimangono ancora aperte a tali conquiste: veramente inabitabili non dovrebbero rimanere che il deserto, l'alta montagna e le zone glaciali.
   Un tale lavoro di conquista pareva iniziato su larga scala dalla vasta emigrazione delle regioni più dense dell'Europa e celi'Asia verso le regioni spopolate delle due Americhe, dell'Australia e dell'Africa: la guerra mondiale pare abbia arrestato questo movimento di equidistribuzione della popolazione su un'area sempre più vasta di terreni, per le gelosie risvegliatesi fra i popoli, e per il desiderio dei popoli, che sono dominatori di ampie regioni ancora sfruttabili, di riservarsene lo sfruttamento. Così vediamo che gli Stati Uniti e l'Australia chiudono le porte all'emigrazione europea ed asiatica, arrestando la messa a frutto di estesi territori, e l'Inghilterra quelle delle loro colonie africane ai coltivatori indiani.
   Anche nelle terre in media densamente abitate la popolazione non è distribuita in modo uniforme, influendo sulla densità le condizioni naturali nei diversi paesi; diversi per produttività, clima, esposizione, disponibilità d'acqua come