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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PARTE OTTAVA
   Geografia antropica.
   CAPITOLO I
   La presa di possesso della terra da parte dell'uomo.
   109. L'uomo come agente spirituale. — Finora abbiamo considerato la terra come un corpo fisico, modificantesi continuamente sotto K zione dei processi naturali che si svolgono alla sua superficie \ r opera di agenti interni ed esterni. Tra questi abbiamo considerato l'uomo, come uno degli agenti biologici che più efficacemente contribuiscono a modificare la faccia della Terra. Ma l'uomo presenta, in confronto cogli agenti fisici, e in un grado immensamente superiore in confronto coi fattori biologici anche d'ordine più elevato, un carattere specifico, la spiritualità. Questa imprime all' azione sua una finalità più cosciente, la quale non è interamente subordinata all'ambiente fisico, ma anche lo domina e lo guida e modifica a suo vantaggio, cosicché molti caratteri geografici attuali sono il prodotto della sua volontà operante. Il paesaggio terrestre è, su grandi estensioni, creazione umana, risultato di una progressiva presa di possesso dell'umanità sul mondo fisico, in una lotta continua colle forze naturali inorganiche ed organiche, ed anche fra i diversi gruppi umani nella gara della conquista.
   Lo studio di quei fatti geografici, che rappresentano il riflesso dell'umanità sull' ambiente e, per converso, l'influenza dell'ambiente su tutte le manifestazioni materiali e spirituali dell'umanità, costituisce quel nuovo capitolo della Geografìa che fu detto Geografia antropica (da anthropos uomo).
   L'influenza dell'umanità sull'ambiente dipende dal numero e dalla qualità degli uomini: quella dell'ambiente sull'umanità