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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   evoluzione del clima
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   piano dell'equatore sul piano dell'eclittica, che determinerebbe una variazione nel regime delle stagioni, aumentando la differenza fra l'estate e l'inverno se l'angolo cresce, diminuendola se diminuisce. ¦— Trasmigrazione dei poli, che porterebbe successivamente condizioni tropicali e polari in diverse regioni. — Variazione dell'eccentricità dell'orbita terrestre per la quale varierebbe la durata delle stagioni. È su questo fatto astronomicamente dimostrato, combinato coll'altro della precessione degli equinozi che è fondata la famosa, ma non più sostenibile, teoria dell'inglese Crom. a spiegazione dei periodi glaciali. — Variazione dell'intensità della radiazione solare. — Ciascuna di queste ipotesi, se vale a spiegare qualche fatto singolo, è in contraddizione con altri; non vale cioè a spiegare l'evoluzione dei climi nella sua continuità.
   Cause geografiche. Alla maggior estensione dei mari doveva corrispondere maggior uniformità di clima, e alla diversa distribuzione delie-terre una sensibile differenza nella distribuzione della temperatura.
   Cosi al concentrarsi di terre attorno ai poli corrisponderebbe un raffreddamento generale del clima, per la formazione di inlandis dai quali emanerebbero grandi masse di ghiacci galleggianti: tale è la condizione attuale dell'emisfero australe. Al concentrarsi invece delle terre nelle basse latitudini, e dei mari attorno al polo, corrisponderebbe un riscaldamento generale del clima, perchè il forte riscaldamento tropicale accentuerebbe la circolazione atmosferica ed oceanica, per la quale grandi masse di aria e di acqua calda affluirebbero alle alte latitudini. E specialmente su questa base che Lyell, il padre della Geologia fìsica, fondava la spiegazione dei climi geologici: ma la ricostruzione degli antichi continenti, da noi accennata nei precedenti paragrafi, non risponde al supposto fondamentale della teoria.
   Un'altra causa di variazione di clima può essere la maggiore o minore estensione ed altezza dei rilievi montuosi, e la loro diversa esposizione alle correnti generali della circolazione atmosferica, in quanto può dipendere da questi elementi la quantità e la distribuzione delle piogge, delle nevi e dei ghiacV'ai. A un'altezza molto maggiore delle attuali catene dei monti attribuire bero alcuni la grande invasione glaciale dell'era quaternaria: ma vali argomenti si opporrebbero a tale teoria, tra i quali fondamentale la pluralità delle invasioni glaciali. In linea generale poi è arbitraria l'ipotesi di una elevazione dei monti molto diversa dell'attuale, fondata sulla supposizione che essi si siano abbassati di tutta la massa detritica trasportata dai fiumi alla pianura o al mare; perchè il processo di degradazione si è iniziato fin dal principio del sollevamento ed e continuato con questo.
   Cause meteorologiche. — A una diversa distribuzione delle terre e dei mari corrisponderebbe una diversa distribuzione dei grandi centri di alta e bassa pressione che regolano la circolazione atmosferica. Tale effetto sarebbe però più locale che generale. Maggiore importanza deve attribuirsi alla costituzione e trasparenza dell'atmosfera, sia per le radiazioni solari, sia per le radiazioni oscure emanate dal suolo. Una maggior dose di acido carbonico e di vapore d'acqua nell'aria basterebbe a modificarne di parecchi gradi la temperatura, perchè sono questi gli