terreni terziari in italia
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superfìcie enormi masse di roccie laviche, specialmente lungo le zone di sollevamento e di sprofondamento. E, dove lo sforzo endogeno non riuscì a rompere gli strati sedimentari sovrincombenti, il magma profondo si iniettò entro di essi, costituendo forti nuclei e diramazioni di roccie intrusive: così si spiega la presenza di roccie cristalline insinuate Un nei sedimenti terziari.
Il clima andò piogressivamente raffreddandosi, e già nel miocene non si incontrano banchi corallini più su del Mediterraneo, mentre la palma alligna ancora nell'Europa centrale; ma alla fine del Miocene è già stabilita una distribuzione floristica molto analoga all'attuale. Lo stesso dicasi, in linee generali, della fauna marina.
Nel Miocene compaiono i primi giganteschi Proboscidati, che assunsero una importanza caratteristica nel Pliocene. Già nel Miocene abbiamo il più grosso di tutti, il Dinoterium, di forma assai simile all'elefante (ma con zanne derivanti dalla mascella inferiore) alto 5 m. lungo 6 e mezzo, e il Mastodonte con zanne tanto alla mascella inferiore che alla superiore. Solo più tardi appare l'elefante, che sembra derivato dal mastodonte; esso continua anche oltre il pliocene.
I rinocerontidi,/comparsi nell'oligocene, si diffondono; gli ippopotami, ora limitati all'Africa, erano diffusi in Asia e in Europa fino all'Inghilterra; il maiale si presenta nella forma molto vicina all'attuale, e così pure il camello, il lama, la giraffu, e molte specie di cervidi.
99. Terreni terziari in Italia. — Nel principio del terziario la nostra penisola è quasi interamente sommersa, con qualche isola nella regione alpina; i terreni hanno però in largì. ' estensioni carattere litoraneo con giacimenti di lignite nel Veneto, di are. irie a cemento calcare (il così detto macigno) in Liguria e Toscana, e tu argille scistose o scagliose in larghe zolle dell'Appennino.
Nell'oligocene e miocene si verificò l'energico sollevamento dell'intiera cerchia alpina, e dell'Appennino, che rimase però per molto tempo smen-brato in isole. Il mare oligocenico e miocenico, che abbracciava queste zone emerse, aveva carattere in molti punti litoraneo a depositi marnosi, arenàcei, conglomeratici, con caratteri anche di mare sarmatico (Sarmatiano), distinto, oltre che dalla fauna d'acqua salmastra, dai depositi di gessi e di solfi, sulla cui origine non è detta l'ultima parola. Intensa fu l'attività eruttiva ed 'intrusiva entro e attorno le aree sollevate: così nel miocene si formavano i Colli Euganei, gruppo vulcanico in origine sottomarino, che, elevando la propria costruzione, nell'ultima fase divenne subaereo.
Alla fase di intenso sollevamento successe una fase di sprofondamento,