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azione erosiva dei ghiacciai 226
nei fiumi, una pendenza sempre nello stesso senso, da monte a valle, ma presenta delle conche più o meno ampie e profonde, che sono occupate, quando il ghiaccio si è ritirato, da laghi o ricolmate di alluvioni lacustri.
Tutti questi fatti non sono tanto affermati in base ad osservazioni compiute sui ghiacciai attuali e sulle valli che li contengono, quanto in base allo studio delle valli alpine che furono invase tino alla pianura dalla grande espansione glaciale colla quale si inaugurò l'èra attuale (quaternaria) e che impresse i suoi caratteri in modo 'ben più grandioso. Si distinguono perciò nettamente le valli, che furono occupate lino a grande altezza dai ghiacciai quaternari, da quelle che non furono soggette a tale invasione e nelle quali continuò ininterrotta l'opera dei fiumi. È particolarmente notevole il fatto che tutti i grandi laghi prealpini, tanto nel versante meridionale (Lago Maggiore, d'Orta, di Como, d'Iseo, di Garda), quanto del settentrionale, sono in valli di carattere glaciale, e che in generale la grandissima maggioranza dei laghi d'Europa e dell'America del Nord si trovano nel campo della vasta invasione glaciale.
Il modo dell'erosione glaciale non è ancora ben conosciuto, per'la difficoltà di studiare direttamente i fenomeni sotto i ghiacciai, e le opinioni sono perciò controverse, specialmente per ciò che riguarda la capacità di scavare conche, anche di grande estensione e profondità, come quelle dei grandi laghi. Dove il ghiaccio striscia sotto grande pressione contro la roccia, deve esercitare un'azione di piallamento. Il materiale solido, dai blocchi grossolani alla polvere tenuissima, che si trova conglobato in esso, deve contribuire fortemente a tale azione, incidendo, corrodendo le roccie più tenere: le striature sono la manifestazione di questo strisciamento di roccia contro roccia. Fin qui il ghiaccio si comporta come un fiume, ma con intensità diversa per la velocità molto minore e la pressione molto maggiore. Ma altre cause di diversità si aggiungono. Anzitutto la pressione non è distribuita in modo uniforme: in alcuni punti essa è altissima, mentre in punti anche vicini essa è piccolissima, e anche nulla. Così contro un rilievo del fondo è assai forte la pressione sul lato a monte, esposto al movimento, è piccolissima sul lato a valle, protetto, tanto che spesso il ghiaccio da questo Iato non appoggia nemmeno sul fondo, ma forma grotta, e con ciò si spiega, che mentre il primo lato è lisciato e arrotondato, 1' altro rimane irregolare. Questi sbalzi di pressione da punto a punto possono essere causa di rotture frantumanti. Finalmente sulla roccia dell'alveo deve operare intensamente, ma non unifor-