dendo la prima e accentuandone la concavità, mentre la seconda, dalla quale la corrente è deviata, tende ad avanzarsi formando promontorio sempre più accentuato. Per queste ragioni un corso d'acqua ha la tendenza ad assumere sempre un andamento tortuoso, e ad accentuare progressivamente la sua tortuosità. Tale fatto si manifesterà meno dove le sponde sono di roccia compatta, che solo lentamente vengono intaccate: esso sarà poi meno accentuato quando il fiume è ancora in fase di erosione verticale, perchè, sprofondandosi progressivamente, viene a intaccare la sponda in punti successivamente sempre più bassi, interrompendo l'erosione laterale iniziata più in alto. Se le sponde sono invece di terreno facilmente disgregabile, e tanto più se il fiume ha raggiunto il suo alveo d'equilibrio verticale, od è in fase di dejezione, questa tendenza a percorrere una via sempre più tortuosa si manifesta in modo sempre più accentuato.
Perciò essa si verifica più spesso e più ampiamente nei fiumi in pianura, dove le due condizioni sono più facilmente verificate: generalmente qui i fiumi, se non sono mantenuti in un alveo artificiale per mezzo di argini, descrivono delle curve (fig. 79 j assai ampie, a lobi che talvolta, quasi si chiudono, separati cioè ognuno di essi dal successivo, da piccoli istmi di alluvione. Queste sinuosità di un corso di fiume di-consi Meandri (dal nome di un fiume dell'Asia Minore). Essi non sono fissi, ma sempre, per la diversità dell'erosione laterale sulle due sponde, tendono a spostarsi verso valle. Spesso avviene poi che l'istmo di terra che divide un meandro dall'altro, e che va continuamente assottigliandosi, si spezzi, o venga tagliato dalla corrente in un momento di piena, quando essa è più forte. Il fiume riprende allora un corso più diritto, abbandonando dei meandri laterali, che rimangono come rami morti, pieni d'acqua stagnante o asciutti, dette lanche o canali morti.
Ma anche entro valle, quando in un certo tratto il corso d'acqua abbia raggiunto l'alveo d'equilibrio verticale, il fiume, per la sua tendenza a divagare in tortuosità, allarga il suo campo d'azione, cioè il fondo della valle che lo racchiude; più rapidamente dove la roccia o il terreno è più erodibile, meno dove la roccia è resistente. Esaminando quindi, -su una carta topografica in grande scala, il decorso di un fiume, noi vediamo spesso che si alternano tratti a decorso tortuoso in valle ampia, con tratti a decorso quasi rettilineo in canale angusto e incassato.