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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   200
   alveo d'equilibrio verticale 200
   Un corso d'acqua in regione montuosa può avere un alveo a pendenza molto variabile; assumere grande velocità dove la pendenza è forte, e rallentarsi, fino a stagnare In un lago o palude, dove la pendenza è molto dolce o il terreno forma conca. Dove la pendenza è molto forte sì dice che il corso d'acqua forma una rapida, e, se l'alveo presenta un salto verticale, ivi l'acqua forma cascala (fig. 76).
   Nei tratti a forte pendenza il fiume erode, in quelli a. pendenza dolce depone. Erodendo, incide sempre più l'alveo a monte : la pendenza quindi va progressivamente diminuendo. Deponendo, innalza l'alveo e quindi la pendenza verso valle va progressivamente crescendo. Vediamo così che il movimento stesso tende a sistemare l'alveo, raddolcendo le pendenze dove sono troppo accentuate, accentuandole dove sono troppo dolci.
   Continuando questo processo, si raggiunge lino stato in cui in ogni punto la pendenza, e quindi la velocità, è tale che erosione e deiezione si compensano, cioè 1' altezza del fondo non cambia più. Allora si dice che l'alvi o è in equilibrio verticale. Tutti i fiumi tendono a questo equilibriti verticale dell'alveo, ricolmandole conche per dejezione, ed eliminando le sporgenze per erosione.
   Questa eliminazione delle sporgenze è particolarmente evidente nel fenomeno della retrocessione delle cascate. Chiamando soglia della cascata l'orlo della roccia, dal quale la massa d'acqua cade, possiamo esprimere questo fenomeno dicendo, che la soglia progressivamente si ritira. L'esempio classico è quello della grande cascata del Niagara che ha inciso, nel lastrone orizzontale di calcare dal quale precipia, un'insenatura a ferro di cavallo rientrante per 10 chilometri (flg. 77). È comune del resto nelle nostre valli alpine lo spettacolo di cascate precipitanti all'interno di profondi e lunghi burroni (orridi), da esse scavati nel loro ritiro. Nelle rapide invece l'erosione è compiuta specialmenle dai moti vorticosi, che si generano nella rapida corrente: questi incidono la roccia in gruppi di marmitte di giganti (pag. prec.), che allargandosi si fondono fra di loro.
   Il ricolmamento dei piccoli laghi è fenomeno troppo evidente perchè meriti di soffermarvisi. Risalendo le valli alpine si incontrano spesso, nei punti dove la valle si allarga, dei piccoli laghi, o paludi di cui la vegetazione palustre accelera il ricolmamento; o terreni umidi e surtumosi, che rappresentano paludi già colme; o finalmente pianori asciutti, ma costituiti da sedimenti lacustri.
   Le rapide, le cascate, i laghi non sono che fasi transitorie nella evoluzione di un fiume che tende sempre verso il suo equilibrio verticale.