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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   EFFETTI DELLA RADIAZIONE SOLARE
   tanto il riscaldamento che il raffreddamento, più intensi in superficie, vanno rapidamente diminuendo colla profondità. Se il terreno è di roccia nuda, questa subisce una dilatazione durante il periodo di riscaldamento diurno, una contrazione durante il periodo di raffreddamento notturno. Tali dilatazioni e contrazioni sono molto più accentuate in superficie che nell'interno. Se la variazione di temperatura è molto forte, come nei deserti, dove può superare i 70° gradi centigradi, e in alta montagna, questo contrasto tra la variazione di volume superficiale e interna può determinare una rottura.
   Lo strato superficiale dilatato diventa esuberante per la massa che esso riveste, quindi se ne stacca spaccandosi in piccoli frammenti: la roccia cioè si disquama. Durante il raffreddamento la massa interna, che si raffredda meno dello strato superficiale, mantiene un volume troppo grande, perchè questo possa rivestirlo tutto, e quindi lo obbliga a spezzarsi: ma in tal caso, come avviene in una lastra di vetro, dove la rottura determinata in un punto irradia in lunghe fessure attraverso la lastra stessa, la rottura si propaga anche nell'interno della massa, che quindi si spacca. Per queste due azioni, di desquamazione o di spaccatura, le rocce esposte a forti varazioni diurne di temperatura vengono rapidamente frantumate in pezzi sempre più minuti.
   Questa forma di demolizione è particolarmente intensa nelle regioni molto asciutte; nelle regioni umide il riscaldamento diurno è molto minore, perchè una grande parte dell'energia solare è assorbita dall'evaporazione, e il raffreddamento notturno del suolo è attenuato dal calore sviluppato nella condensazione del vapor acqueo atmosferico in rugiada. A questa forma di demolizione è principalmente dovuta la natura dei terreni desertici coperti per ampie estensioni da sabbie e blocchi rocciosi; e ad essa è in parte dovuto anche l'accumulo di blocchi rocciosi sui versanti delle alte montagne, dove è particolarmente intenso il raffreddamento notturno.
   55. Azione del vento. — Anche il vento esercita un'azione meccanica di demolizione, non tanto per sè, quanto per le sabbie e le polveri che esso trasporta, le quali, urtando contro le roccie, esercitano su di esse un'azione analoga a quella che nella lavorazione delle pietre dure si ottiene con getti di polvere di smeriglio: le superficì più compatte vengono lisciate, smerigliate, arrotondate agli spigoli; ma, dove la roccia presenta minor resistenza, essa viene anche più in ti'