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Lévy hanno dimostrato infatti che, se si lascia raffreddare all'aria libera una pasta silicata fusa, si cristallizzano alcuni minerali, ma altri, fra cui il quarzo e la mica, rimangono a formare una pasta -vetrosa. Invece col raffreddamento ih recipiente chiuso, che non lasciava sfuggire i gas e che conteneva vapor d'acqua, si ottenne una cristallizzazione completa di tutti i minerali. Perciò essi chiamarono i gas e vapori delle rocce fuse agenti mineralizzatovi.
La formazione successiva di cristalli di minerali diversi entro una sola massa ci ricorda il precipitarsi successivo di cristalli di sali diversi, che siano stati sciolti in un liquido solvente, mano mano che per evaporazione e raffreddamento questo evapora e la soluzione si concentra. Noi dobbiamo considerare la lava profonda come una miscela di soluzioni, in cui più minerali fusi sono sciolti l'uno nell'altro, e nei gas e vapori che impregnano la massa. Col raffreddamento di questa, precipitano in cristalli successivamente i diversi minerali secondo l'ordine in cui raggiungono l'uno dopo l'altro il punto di saturazione nella soluzione, e ciò dipende, oltre che dalla solubilità e dalla quantità di ciascuno, dalle condizioni tisiche di temperatura e di pressione. 11 rapidissimo raffreddamento all'aria, e la rapida eliminazione dei solventi gasosi per diminuita pressione, può sorprendere i minerali, che sono più lenti a saturarsi, prima che la saturazione sia raggiunta, indurendoli in una massa ancora amorfa o vetrosa (ossidiana, perlite). Questa è spesso, specialmente negli strati esterni delle lave indurite, assai porosa e scoriacea, a prova della violenta esplosione dei gas interni.
La lava generalmente scorre come una massa vischiosa. Questa mobilità, che in alcune lave è relativamente assai grande, si spiega da un lato collo stato fluido originale di parte della massa, dall'altro colla grande quantità di gas e vapori che inizialmente essa racchiude. Molti vulcanologi la spiegano anche colla presenza di acqua, allo stato sferoidale, ma è impossibile ammetterlo data la temperatura della lava che è tanto superiore al punto critico (365°), cioè alla temperatura al di sopra della quale è impossibile che esista acqua liquida, qualunque sia la pressione. La corrente di lava, luminosa, specialmente di notte, in vicinanza della bocca di uscita, si oscura rapidamente per il rapido raffreddamento superficiale, e per il conseguente formarsi delle scorie, dal calor bianco (incandescenza) al color rosso e al calore oscuro. La massa vischiosa subisce un forte attrito contro il terreno, e quindi la superficie corre più rapidamente del fondo; le prime scorie superficiali che si formano vengono così a portarsi sul fronte della colata, dove si accumulano e sono spinte avanti dalla corrente. Ma poi la superficie della corrente si consolida stabilmente, racchiudendo una massa cen-