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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PRODOTTI ERUTTIVI
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   Questa conclusione negativa, che il nostro Ponte troverebbe confermata nelle eruzioni dell'Etna, è forse altrettanto esagerata che la positiva. L'analisi dei gas raccolti nel 1913 dagli americani Day e Shepherd dalla lava del Kilauea avrebbe dimostrato la presenza, in quantità abbastanza rilevante, di vapor d'acqua: ma la controversia rimane aperta. È notevole poi il fatto che le fumarole più calde, oltre 500° C., che seguono immediatamente la fase eruttiva, pare che non contengano vapor d'acqua, o he contengano in proporzioni molto piccole, cosicché furono chiamate fumarole secche. Esse sono costituite prevalentemente da vapori di cloruri di sodio, potassio, ferro, rame, manganese.
   Solo in seguito, prolungandosi la fase solfatarica, nelle fumarole che vanno progressivamente raffreddandosi, entra in quantità molto abbondante il vapore d'acqua, che può essere però dovuto all'infiltrazione dell'acqua meteorica nel terreno. Nelle fumarole che si raffreddano sotto 500° scompaiono i cloruri metallici e diventano prevalenti, oltre l'acqua, prima gli acidi cloridrico e solforoso, e il cloruro d'ammonio (fumarole acide); poi, con questo, l'ammoniaca (fumarole alcaline); poi sotto 100° gli acidi carbonico e solfidrico e il metano (fumarole fredde). Le ultime emanazioni gasose sono di acido carbonico (mofete). I gas lavici sono quindi, oltre l'idrogeno libero, l'elio e l'azoto, prevalentemente cloruri a ossidi metallici, acidi cloridrico, solforoso e carbonico e vapor d'acqua, potendo i prodotti ammoniacali, l'idrogeno solforato e il metano essere di produzione successiva. L'origine di tutti questi gas e vapori è ignota, ma probabilmente essi si svolgono dalle rocce stesse portate ad alta temperatura, come provò sperimentalmente Armand Gautier.
   La lava ha 1' aspetto di una roccia fusa, ma l'esame microscopico delle lave solidificate dimostra, che anche al momento dell'emanazione, essa conteneva dei cristalli solidi già formati. La lava solida è'costituita infatti da un aggregato di cristalli cementati da una pasta vitrea. Molti di questi cristalli mostrano gli spigoli rosi come da incipiente fusione: altri sono contorti e spezzati e nelle fessure si sono insinuati la pasta vitrea o altri cristalli; altri sono inclusi entro cristalli di minerali diversi, i quali evidentemente si sono consolidati attorno ad essi e quindi dopo di essi. Tutto ciò prova che i minerali costituenti la lava si consolidarono non contemporaneamente, ma in fasi successive. Anche la lava, che si consolida rapidamente nell'immediata vicinanza del cratere, contiene cristalli, che erano evidentemente già formati all'atto dell'emissione.
   La pasta vetrosa è il prodotto del rapido consolidamento di una massa veramente fusa, che J non ha avuto modo di cristallizzarsi, perchè il raffreddamento fu troppo rapido e perchè esposta all'aria, emise i gas che inizialmente essa racchiudeva. Le esperienze di Fouqué e Michel-