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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   CAUSE DEI TERREMOTI
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   44. Cause dei terremoti. — Noi ignoriamo ciò che si svolge nell'in terno della Terra, anche a non grande profondità, e possiamo quindi fare delle semplici induzioni sulle cause dei terremoti. Possiamo però affermare che le cause possono essere varie e riconoscerne alcune come più probabili.
   Nelle regioni vulcaniche, e specialmente prima e durante lina eruzione, si verificano assai spesso dei terremoti, i quali evidentemente rappresentano il tremito prodotto dallo sforzo dei materiali interni, principalmente gasosi, che tentano una via d'uscita. Questi sono terremoti vulcanici. Essi hanno generalmente una estensione assai limitata, se anche violentissimi nell'epicentro, e dimostrano quindi che la regione sotterranea, dove si svolge il fenomeno vulcanico che ne è causa, è pochissimo profonda (pag. 133).
   Altri terremoti di grande potenza ed estensione si sono verificati in regioni che portavano già superficialmente una ferita, forse di terremoti precedenti, come lunghe linee di frattura, con faglie (pag. 62) e scorrimenti. Questo fatto, e l'altro sopra accennato che anche durante i ter-moti possono formarsi delle faglie, autorizza, come già si disse, a ritenere, che il terremoto è la conseguenza di fratture e in generale di dislocazioni. Ciò che talvolta si constata in superficie deve verificarsi, e più spesso, anche in profondità: gli strati assoggettati contìnuamente a sforzi di corrugamento, di stiramento e di compressione, debbono anche nel sottosuolo spezzarsi, scivolare con forte attrito l'uno sull'altro, e ognuno di questi accidenti deve produrre un tremito nella massa terrestre. Questo dev'essere il caso principalmente pei terremoti, la cui area pleistosimica appare molto allungata, con un epiasse più che con un epicentro, come frequentemente si osserva, o quando, come talvolta avviei-e, si ha una successione di terremoti con aree epicentrali vaganti; il primo caso sarebbe il riflesso superficiale di una linea di frattura o di cedimento che si forma tutta di scatto in profondità, il secondo di una rottura che si propaga. Questi terremoti, prodotti da dislocazione, diconsi terremoti tectonici o di assestamento, in quanto rappresentano movimenti della Terra, che si assesta in una nuova posizione d'equilibrio, sotto l'azione delle forze interne che ne deformano continuamente gli strati. La maggior parte dei terremoti più estesi e più intensi debbono attribuirsi a questa categoria, come lo prova il fatto che la maggior parte delle regioni sismicamente più instabili si trovano presso le zone montuose di formazione più recente, o presso le zone di sprofondamento più recente, quali sono la zona circumpacifica e la zona dei mediterranei (pag. 71), le quali probabilmente sono tuttora in movimento.
   Tuttavia non possiamo escludere che si svolgano anche a grande profondità processi di natura vulcanica, che pur non abbiano manifestazioni esteriori, e che molti terremoti, specialmente se ad epicentro ben definito, abbiano una tale origine. Così i terremoti dell'Italia centrale e meridionale, se da un lato possono attribuirsi a una causa tectonica, perchè la Sicilia e la Calabria sono tuttora in fase di movimenti bradisisuiici (pag. 127), tuttavia per la presenza di tanti vulcaci attivi e spenti, potrebbf '0 anche attribuirsi a fenomeni vulcanici profondi.