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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

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a cura di Federico Adamoli

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   terremoti
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   movimento è proporzionale alla sua accelerazione. Ora questa risultò, in terremoti anche di non straordinaria potenza, molto alta, paragonabile talvolta all'accelerazione di gravità (981 centimetri al secondo); la forza dì scotimento è quindi spesso eguale e può essere anche superiore al peso, e se ne comprendono quindi gli effetti. Fu suggerita una classificazione dei terremoti (scala sismica assoluta), fondata appunto sul valore dell'accelerazione massima in essi sviluppata; ma mancano finora sufficienti dati di controllo. Finora si usano, per definire l'intensità dello scotimento del suolo, scale sismiche empiriche, puramente basate sugli effetti veduti e sentiti. La più usata in Italia è quella proposta dal prof. Mercalli, di 10 gradi, di cui il 1.° è quello di ondulazioni sentite solo dai sismografi, il 5.° quello dei terremoti che svegliano gli addormentati, sbattono le porte, fanno oscillare fortemente gli oggetti sospesi, il 7.° quello dei terremoti che spaccano i muri e fanno cadere tegole e comignoli, il 10.° quello dei terremoti disastrosissimi. Nonostante l'arbitrarietà del criterio, spesso puramente soggettivo, di giudizio, anche queste scale sismiche hanno permesso di rappresentare con sufficiente razionalità la distribuzione degli effetti dei terremoti nell'area generalmente assai estesa che ne è colpita. Unendo con linee i punti dove il terremoto apparve dello stesso grado'(linee isosismiche) (fig. 45), si vede che generalmente esso sono chiuse intorno a un'area più o meno estesa, dove il giado è massimo, e nella quale spesso si può fissare un centro di massima intensità. Questo punto dicesi epicentro, cioè centro superiore, in quanto si ammette che sotto di esso, verticalmente, si trovi entro terra il punto donde ha origine lo scotimento e che dicesi ipocentro. Nel caso che si possa individuare con sufficiente approssimazione un epicentro, e ammettere quindi un ipocentro, si deve ammettere anche che da questo centro di scotimento le vibrazioni siansi irradiate in tutte le direzioni entro l'intiera massa della Terra, raggiungendo la superficie prima nel punto più vicino, che è l'epicentro, e poi via via in curve chiuse, sempre più ampie e a intensità sempre decrescente; le linee isosismiche di molti terremoti rappresentano abbastanza bene questa propagazione.
   Questa si può studiare anche con curve che uniscano i punti dove si è sentita nel medesimo istante la prima scossa (linee cosisìniche), ma ciò finora non è stato facilmente possibile per la difficoltà di controllo degli orologi. Quando fu possibile con sufficiente approssimazione, si con-
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