Stai consultando: 'Geografia e Geologia ', L. De Marchi

   

Pagina (118/453)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (118/453)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   CLIMA
   105
   elevata. Il sole esercita inoltre anche un'azione chimica, specialmente colle sue radiazioni più brevi (ultraviolette), non luminose e di bassissimo effetto termico. Per effetto dell'atmosfera, che assorbe diversamente le varie radiazioni, la distribuzione dell'azione chimica è diversa da quella dell'azione termica, anche perchè non è influenzata come questa dalla circolazione dell'atmosfera.
   Per ciò che riguarda la distribuzione dell'acqua non dobbiamo dimenticare che il vapore acqueo può condensarsi in acqua in forme diverse dalla pioggia, come la rugiada e le nebbie, e che anche allo stato di vapore esercita un'influenza sugli organismi, regolandone l'evaporazione.
   Finalmente è indubitato che la composizione variabile dell'aria e in particolare la percentuale di acido carbonico e di ozono, il suo stato elettrico, il pulviscolo atmosferico, possono essere fattori non trascurabili dell'ambiente fisiologico.
   Dobbiamo quindi nel concetto di clima comprendere un complesso di condizioni, che si sentono, ma non si misurano, e che dobbiamo caso per caso intuire, a complemento dei dati misurabili, come la temperatura e la pioggia.
   Il quadro, che abbiamo dato nei capitoli precedenti, della circolazione dell'atmosfera e dell'oceano ci dà subito le linee generali della distribuzione dei climi, basate principalmente su questi due elementi.
   Abbiamo anzitutto una zona equatoriale ad alta temperatura (superiore a 20° C.) nella quale non vi è netta distinzione di stagioni, e che è molto piovosa (;pioggie equatoriali). Essa è quasi continua, dal bacino delle Amazzoni, attraverso l'Atlantico, l'Africa fino al centro, l'Oceano Indiano, le An-tille orientali e il Pacifico. È interrotta solo dalla regione asciutissima (desertica) del Perù, per la ragione detta a pag. 88 e nell'Africa orientale, dove i monsoni (pag. 85) mantengono condizioni diverse.
   Bene spiccata è pure la zona dei deserti, che dal Sahara si spinge trasversalmente da Sud-Ovest a Nord-Est attraverso il continente antico fin quasi alle coste del Pacifico. Simmetrica a questa, ma interrotta dagli oceani molto più estesi, vi è una zona desertica australe, che abbraccia i deserti della Patagonia, dell'Africa australe e dell'Australia. Una zona di aree desertiche non continua segue nel Continente americano la linea delle Rocciose e delle Ande, negli altipiani chiusi in quei fasci di catene montuose, e lateralmente a queste, da quel lato che è da esse protetto rispetto alle correnti aeree dominanti (pag. 88). Il carattere comune di queste regioni è l'estrema siccità del suolo e dell'aria, da cui deriva la grande scarsità e il carattere specifico della