64
evoluzione della terra 64
che sono i metalli, e in uno strato superficiale quelli più leggeri. Così si sarebbe formato il nucleo metallico entro la crosta di rocce silicatiche, come in un alto forno il metallo purificato si raccoglie sul fondo e si riveste delle scorie provenienti dalle sue impurità.
La massa del globo, irradiando nello spazio, si raffreddava; col raffreddamento alcune delle sostanze mescolate si consolidavano in cristalli, e così via via tutte le sostanze cristallizzarono, consolidandosi la massa silicatica in una crosta solida di rocce cristalline. Questo processo di cristallizzazione doveva verificarsi però più rapidamente negli strati esterni, dove il raffreddamento era più rapido. Negli strati più interni il processo stesso non è probabilmente compiuto, poiché si ha ragione per ammettere che fra il nucleo metallico e la crosta solida superficiale permanga uno strato pastoso {magma) nel quale la cristallizzazione è ancora incompleta; che è costituito cioè da una massa ancora fusa, impregnata però di cristalli. Il processo non può essersi compiuto in modo uniforme nemmeno negli strati superiori, potendo essersi conservato qua e là il magma semifluido in alcuni spazi o cellule, che sarebbero i focolari dei vulcani.
La superfìcie della Terra, formatasi col consolidamento, doveva naturalmente presentare delle irregolarità: gobbe, rughe, conche, ecc., piccole rispetto alle dimensioni generali.
Appena il consolidamento superficiale si a\ vero, le condizioni della superficie stessa e dell'atmosfera sovrastante e degli strati sottostanti tira tarono radicalmente. Le rocce sono assai poco conduttive per il calore e quindi il raffreddamento per irradiazione non si propagò più agli strati inferiori, se non molto lentamente, mentre in superficie fu assai più rapido. Sii strati profondi mantengono ancora un'alta temperatura, perchè gli strati più superficiali non lasciano passare il calore che lentissimamente. Invece l'atmosfera, sottratta quasi interamente alla radiazione della massa incandescente, si raffreddò rapidamente: i gas e i vapori, che la componevano, iu gran parte si combinarono in composti liquidi e solidi che precipitarono al suolo, e in particolare l'idrogeno si combinò colla corrispondente parte d'ossigeno per formare l'acqua, che precipitò a colmare le cavità superficiali, costituendo i mari. Nell'atmosfera non rimasero che gas inerti, cioè non suscettibili di combinazione chimica, come l'argon e altri gas rari, o il residuo dei gas che si trovarono in eccesso dopo le avvenute combinazioni, l'ossigeno e l'azoto.
Da questa fase incomincia la storia geologica della Terra. La presenza dei mari evaporanti mantenne nell'atmosfera il vapore acqueo, che, ritornando acqua o ghiaccio per raffreddamento, ricade, precipita, al suolo in gocce o cristalli d'acqua formando le precipitazioni (pioggia, neve grandine, rugiada, brina). Queste operano per azione fisica {gelo, dilavazione, erosione) e chimica (soluzione, idratazione) sulle rocce superficiali, e determinano in particolare la formazione dei fiumi.
Soppresso quasi interamente l'effetto del calore centrale, la distribuzione del calore sulla superficie terrestre fu regolata quasi esclusivamente dalla esposizione delle varie parti di essa alla radiazione solare, esposizione variabile colla latitudine, colla conformazione della superficie, colle