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Geografia e Geologia

L. De Marchi
Francesco Vallardi Milano, 1929, pagine 436

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Forma e dimensioni bfiLLA terra
   SI
   e ia massima profondità dei mari non raggiunge, in punti isolati, i 19 chilometri, e l'altezza media delle terre emerse sulla superfìcie del mare non è che di circa 700 metri, I dettagli stessi sono inoltre continuamente mutevoli per la demolizione lenta, ma continua, dei rilievi sotto l'azione del calore solare, del vento e delle acque, per il deposito continuo dei prodotti di disgregazione nelle pianure e nelle cavità che vengono ricolmandosi, e per il continuo modificarsi della linea di contatto fra mare e terra. Non si può assumere come superficie base delle misure di distanze, di altezza e di angoli, riferite agli astri, al centro della Terra e all'asse di rotazione, la superficie reale così accidentata e variabile. Come tale base di riferimento si deve assumere una superficie che in ogni suo punto abbia una giacitura e una posizione ben definite o costanti, sepza bruschi sbalzi fra punti contigui. Una giacitura ben definita in ogni punto è quella del piano orizzontale, aloè quella della superficie di un liquido fermo, in iuili-brio, e quindi perpendicolare alla direzione della gravità, segnata da un filo a piombo (pag. 3). Se il mare fosse tranquillo, esso sarebbe in ogni punto orizzontale, e si comprende quindi l'opportunità di assumere come superficie di riferimento, nelle aree occupate dall'oceano, che sono circa i 7,10 della superfìcie terrestre, la superficie del mare supposto tranquillo, e di continuare tale superficie nelle aree occupate dalle terre emerse, immaginando di abbassare entro di queste il piano orizzontale di ciascun punto fino a stabilire tale continuità, cioè come si usa dire, fino al livello del mare. È questa superficie ideale, in ogni punto orizzontale, cioè perpendicolare al filo a piombo, e coincidente nelle aree occupate dall' oceano col livello del mare supposto in quiete, che si assume dai geodeti come superficie della Terra, ed è detta Geoide.
   La difficoltà consiste nella determinazione di tale superficie. Il mare non è mai fermo : il suo livello è sempre variabile per il moto ondoso e di marea, per l'azione del vento e per la variabile pressione dell'atmosfera. Strumenti appositi, detti Mimeografi, mentre smorzano il moto ondoso, registrano in molti punti della costa le più ampie variazioni dovute alle altre cause. Si può quindi, in base alle loro registrazioni in un lungo periodo di tempo, determinare il livello medio del mare in tutti i punti dove si trovano mareografi e quindi lungo estese zone di mare costiero. Questo livello medio rappresenta la posizione che avrebbe il mare in quiete, cioè la giacitura del Geoide lungo la costa. Dalle coste, con operazioni astronomiche, topografiche (di livellazione, ed ora anche con misure di gravità, in base a principii che non è qui il caso di