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— Et ego quoque, disse il signor Filippino, organista.
— Se sono stati a Firenze avranno dunque veduto lo stupendo campanile di santa Maria del Fiore.
— Altro che l'abbiam visto!
— Ebbene, quel campanile è opera di Giotto.
— Capperi!
— E Carlo Y quando lo vide, ebbe a dire che meritava di essere conservato in una custodia di cristallo.
Qui il narratore fece una breve pausa, sfogliò le sue cartoline, e ripigliò: In una nicchia del campanile di Giotto vedesi una statua d'uomo tutto calvo, che popolo e non popolo chiama il zuccone.
— Me lo rammento, disse il cartaio.
— Questo zuccone fu scolpito in marmo da un Fiorentino ch'ebbe nome Donato, e che generalmente è conosciuto sotto il nome di Donatello. Nacque sul 1B75, e mori nel 1458. Figliuolo di genitori poverissimi, fu raccolto nella sua fanciullezza e fatto studiare «dalla nobile famiglia Martelli. Disegnò e scolpi da grande maestro; ed univa al maraviglioso delF esecuzione la semplice- imitazione dalla natura. Divenne agiato, e fu libéralissimo. Teneva i denari in una sporta sospesa al palco, e ciascuno dei suoi allievi ne pigliava l'occorrente senz'altro dire.
— Yiva i ladri! sclamò Leonzio.
— Non rubavano, prendevano col consenso del maestro; e dirò di più che non ne abusavano. Se egli era di buona fede lo erano anch' essi. Ancora giovinetto,