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— La ti sta bene, linguacciuto, disse il cartaio a Leonzio.
— E il signor Teòtimo prosegui: Cimabue, maravigliato di 'quel saggio del ragazzetto decenne, dimandò a Giotto se voleva andar seco a Firenze per imparare ; e Bondone ne fu contento ; sicché Giotto s'acconciò con Cimabue. In breve superò il maestro, e divenne il fondatore della bella ed ingenua scuola italiana di pittura.
Io godo assai, sclamò il cartaio, che di Toscana sia venuta la bella lingua e la bella pittura.
— E questo amore del vostro paese vi fa molto o-nore. Giotto dunque divenne famoso, e molti principi volevano opere da lui. Fra questi fu papa Bonifazio Vili, che mandò un suo cortigiano a raccogliere disegni da diverrà dipintori e da Giotto puranche. Il qual cortigiano chiesto un disegno all' artista, questi in un foglio di carta, col pennello intinto di rosso, fece un circolo così perfetto, che pareva tracciato col compasso: per cui
il papa, che aveva sale in zucca, argomentò da quel? O sì perfetto l'abilità di Giotto. Laonde si usa ancora di dire: Tu sei più tondo ddVO di Giotto.
— Com'è Biagio, disse l'arrotino.
— Zitto, impertinente, gridò il segretario. — E si fece silenzio.
— Giotto fu pittore valentissimo, ed architetto di gran merito. Chi di voi è stato a Firenze?
— Io, disse il segretario.
— Io pure, soggiunse il cartaio.