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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO VII. Artisti.
   Il giorno stabilito per la novella adunanza era torbido e minaccioso, talché il signor Teòtimo dispose molte sedie nella sala grande del sno casino, e non volle avventurarsi a tener sulP aia quella gente, tanto più che il vento soffiava piuttosto impetuoso, ed egli aveva mestieri di tenersi innanzi non pochi appunti, essendo molti gli individui dei quali doveva parlare.
   Raccolte non poche persone intorno a sé, ordinò sulla tavola le piccole memorie che aveva allestite per quella speciale conversazione. E cosi prese a dire: È voce falsa, ma molto propagata e creduta, che gli artisti sian matti : io credo però che molti artisti sieno stati, e sieno poveri, o almeno nati poveri. Certo è di fatto che assai poverelli sono riusciti a venire in fama coltivando le arti: il che dimostra che il santo fuoco del bello
   non è privilegio dei ricchi, e che sublimi ispirazioni •