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ganza delle forme, la solidità delle stoviglie, la resistenza all'azione del fuoco, e portava innanzi l'industria sua con progressi maravigliosi. In breve, nel 1792 avea fatto barattoli e vasi, non di comune maiolica simile a quella di Faenza e di Castellamonte, ma di terraglia bianca e fina come quella d'Inghilterra, e come la più bella che esce dalle officine toscane a Sesto e a Doccia.
— Scusi, disse Biagio ; la più bella terraglia di Bologna è quella della fabbrica Aldrovandi.
— Ed è quella appunto che fu lavorata dal Muzzi. Il senatore Carlo Filippo Aldrovandi ne vide le prove ed i saggi, e si gli piacquero, che volle il Muzzi alla direzione di una fabbrica che aprirebbe egli del proprio. A porta S. Vitale proseguiva il nostro Giacomo a far le maioliche, nel palazzo Aldrovandi le terraglie. Direttore di due fabbriche, vi lavorava due diverse manifatture.
— I miei complimenti, sclamò l'organista.
— E glieli fecero i migliori naturalisti e chimici di Bologna: l'abate Molina, il farmacista Zanelli, i professori Coli e Ranzani.
— Quest'ultimo nome vale per tutti, osservò il maestro.
-— E chi avrebbe mai detto, prosegui il signor Teòtimo, quando Giacomo entrò in Bologna garzonetto > col giubbetto di bigello, le soarpe di vacchetta e le calze di grossa lana:... chi avrebbe mai detto che quel ragazzo montanaro, il quale mirava a bocca aperta i