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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   fatte strida correvano genti da tutte parti, e facchini pur anche, che inseguivano il mal capitato, come cani veltri darebber la caccia al camoscio ed alla lepre.
   — Oh Dio! E lo presero?
   — No, per buona ventura. Quel meschino, trovata una porticciuola aperta, vi si cacciò dentro, chiudendola in faccia a que' furibondi, e ranicchiossi entro la loggia in un bugigattolo, ansando ed allibendo per la paura.
   — E que'facchini?
   — Volevano scassinare l'imposta: ma giunse in buon punto il Malaspina, il quale udito il fatto, che gli veniva narrato confusamente da cento voci in una volta, dimandò eon piglio fermo a que'facchini : E che vorreste fare? — Ammazzarlo, rispondevano, ammazzarlo.— E se fosse innocente? interruppe Carlo — Come? — Se non avesse avvelenata l'acqua del pozzo? — Possibile!
   — Alla prova, diss'egli risolutamente, alla prova. E fatto portare un secchio, andò al pozzo colla turba, attinse acqua, e disse: Qua dell'aceto! — Da farne che?
   — Qua dell'aceto! — E l'ebbe. — Ora (e narrò questa frottola che pure fu creduta), se l'acqua del pozzo è avvelenata, versandovi aceto si farà nera, altrimenti si tingerà leggermente in giallognolo. Tentò la prova, e l'acqua, come ognuno indovina, non diventò nera. Carlo, allora disse: Vedete quest'acqua è sanissima;... e ne bevve un bicchiere. Alcuni facchini seguendo l'esempio di lui, fecero altrettanto: la folla si disperse, e il medico fu salvo, benché ne avesse una tremenda