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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Oh! così faccio.
   — Pietro Giordani dunque ebbe vaghezza di conoscere il Malaspina, gli pose affetto, lo diresse negli studi....ne fece un uomo di lettere!
   — Per dieci.... e due dodici!
   Però il nostro Carlo non lasciò sì tosto di fare il facchino, e seguitò a portar pesi e seguitò a star co' suoi pari, istruendoli però e migliorandoli per quanto era da lui.
   — Cosi va fatto, disse il maestro. Chi ne sa, non sia avaro del proprio sapere, ma cerchi di comunicarlo agl'ignoranti, senza vanità però e senza boria. — Ma scusi se la vado interrompendo.
   — Anzi ! — Il Malaspina andò a Milano quando il famoso scultore Bartolini vi espose la sua celebre statua — La Fiducia in Dio — Ebbene: il facchino letterato se la caricò sulle spalle, e la portò nelle sale di Brera, deponendola sull'allestito piedestallo; e colà miravala, vagheggiavate, e pareva non Be ne potesse staccare. Indi, presa la penna, scrisse un' Ode alla fiducia in Dio ; e questa poesia fu la prima che diede alle stampe.
   — Poesia?
   — Poesia? Se non bellissima di forme, vivace però e calda d'affetto. Molti che la lessero, confortavano il Malaspina a lasciare la gerla e la carretta, dandosi agli studi. Egli, cortese, li ringraziò; ma non poteva in su due piedi lasciar il mestiere per l'arte, abbandonare il trivio per assidersi allo scrittoio.