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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 87 —
   por quello di suo padre) e darsi a qualche professione. Perciò si decise di studiare ; e volle, e potè fermamente. Allora lo chiamavano Carlo Malaspina ; ora lo chiamano il signor Carlo: e quest'aggiunto di signore, non gli è venuto perchè sia ricco, ma perchè l'onestà e lo studio l'hanno reso rispettabile.
   — Oh caro! sclamò Isidoro. — E il narratore prosegui. Benché ignorante in que'suoi primi tempi, aveva un tale sentimento del bello e del buono, che le opere d'arte lo toccavano all'anima, e le azioni lodevoli po-tevan molto snl cuore di lui. Per saper esprimere però questi suoi sentimenti, convenivagli istruirsi* Chiese dunque di poter entrare co* fanciulli alle scuole gratuite.
   — Gra...tutu...ite?
   — Gratuite, cioè scuole nelle quali non si spende».; e benché avesse venf anni ottenne il chiesto favore. — In breve fu il primo della classe, e destò le meraviglie de' condiscepoli e de' maestri.
   — Lo credo bene, disse l'organista.
   — Si sparse voce di questo facchino studioso; e un gran maestro di lingue, che si chiamava Pietro Giordani...
   — Scusi, interruppe il maestro; sarebbe quel Giordani, che ha scritto si bene di belle arti?
   — Appunto quegli.
   — Oh! l'elegante e profondo scrittore! È uno dei miei autori più prediletti,
   — Vi si attenga sempre, signor Diodato, e non potrà sbagliare.