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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Se non sarà un Biagio sarà un Giacomo.
   —- Ho ca....capito. Scusi.
   — Niente! Addio.
   E Bartolino se ne parti. Di R a pochi giorni il signor Teòtimo andò alla Porretta, e Bartolino s'affrettò di farne sapere la partenza, incollando sui muri delle case e sui pilastri d'ingresso alle ville, una scritta di sua mano e di suo dettato, che diceva:
   AVVISO.
   Il signor Tetòtimo non dara lezzone perche va a bevete ala Forreta per cuarire la cotta; e cuanto tornar a io avisaro il poppolo.
   Bartolino Ficcanaso.
   Chiunque lesse quell'avviso di Bartolino ne fece le risa o l'intendesse o non l' intendesse. Chi ne capiva qualche cosa rideva degli spropositi, chi non capiva rideva della firma.
   Intanto il Parroco, il Segretario, il Maestro e l'Organista, vedendo che Bartolino aveva buona volontà, e s'ingegnava di vivere onestamente spacciando giornali ed opuscoli stampati, fecero una raccolta per tutto il Comune (specialmente dai signori che dalla città vi erano andati a villeggiare), sicché il povero balbuziente ebbe modo di provvedersi di carta da scrivere, di penne d'acciaio, d'inchiostro, di sillabari, grammatiche, abbachi, libercoli di storia ed altri siffatti volumetti, coi