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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 19 —
   — La chiave del libro? dimandò Biagio: ma era serrato?
   — Cessate le risa degli ascoltanti, disse il buon prete : Si dice trovar le chiavi d'una cosa difficile, quando si scopre l'artifizio della sua fattura: quando cioè si rende aperto ciò ch'era chiuso e nascosto, come colle chiavi materiali si disserrano gl'ingegni d'una serratura,
   — Bene, bravo! sclamarono tutti. E Biagio macchinalmente ripetè: bene, bravo.
   — Il Mezzofanti ebbe una memoria prodigiosa; una lingua pieghevole a tutte le pronunzie, a tutte inflessioni di voce; cosicché imparava le lingue meravigliosamente, e le pronunziava con una esattezza allo scrupolo. Né solo le sapeva parlare, ma scrivere; e la, sua scrittura era nitida ed uguale, qualunque fosse la favella in cui egli scriveva
   — Inclite viri Sclamò l'organista, che aveva imparato certi motti latini alle tavole degli arcipreti.
   — Sì sì, inclito uomo in tutto il significato della parola. —A perfezionarsi nelle lingue, cercava la eonversazione di tutti i dotti forestieri che capitavano a Bologna; fossero essi calvinisti, luterani, evangelici, maomettani, e che so io : perchè, sappiatelo bene, questa meraviglia d'uomo non s'immischiava in nulla al mondo fuorché nelle lingue.
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   — Bravo, bene ! sclamò il signor Teòtimo. — E tutti gli altri fecero eco, lodando le virtù di quest'uomo prodigioso, che attese agli studi e agli obblighi del suo stato