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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   d'un povero falegname. Presso il Guazzatoio in Bolo* gna c'è una catapecchia di casa con basso portico senza sfogo. In essa nacque il Mezzofanti. Suo padre lo faceva tirar nella sega, o spinger nella pialla; ed egli sospendeva il lavoro, e s'appressava a una finestra della casa dirimpetto, dove stava un sacerdote clie insegnava il greco. Giuseppe (che tale fu il nome del Mezzofanti) origliava attento attento, e in breve imparò l'alfabeto greco dall' alfa all'omèga, cioè dall'a alla zeta. Suo padre non contrastò alla vocazione di lui, e lasciò che studiasse. Ma eome retribuire maestri? Giuseppe si vesti da chierico, e serviva le messe a S. Tommaso del Mercato e alla Madonna di Galliera. Da cosi umili principi derivò la grandezza linguistica di lui. Un dotto spagnuolo, D. Emanuele Aponte, e un ottimo prete dell'Oratorio D. Giambattisti Respighi, insegnarono al Mezzofanti tutto quanto sapevan essi di lingue forestiere, antiche, e moderne; nè molto andò ch'esso ne sapeva più di loro.
   — Lid beato! sclamò il maestro con entusiasmo. — E D. Ambrogio prosegui : il nostro Mezzofanti andando alla libreria dell' Università prese a leggere una Bibbia poliglotta, cioè di più lingne; e cominciò dal primo versetto, Deus creavit caelum et terram intra sex dies; Iddio creò il cielo e la terra in sei giorni, e confrontò questo versetto in tutte le lingue di quella Bibbia. Cosi formossi un' idea delle loro differenze, e così, per analogia, trovò la chiave del libro.
   
   
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