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10 scolaro del Molina si fece prete; e ritornato di Frantela diventò monsignore. Stampò opere, insegnò a Bologna nell'Università. Fa bnon maestro e buon figlio; fece chiudere la bottega a sua madre, che fini la vita signorilmente ; poi egli, vecchio già di sessantaquattro anni, la segui nel sepolcro. — E sapete voi chi era desso? Camillo Ranzani.
Ora al Mezzofanti, o poi ho finito. Quand'io udiva narrare, da ragazzo, dell' abate Mezzotinti', che sapeva parlare più lingue che non sanno tutti insieme gli uomini d'Europa: quando mi si narrava che non veniva a Bologna un; forestiero scienziato, che non volesse conoscere il Mezzofanti, io mi formava un' idea di lui tutta disforme dal vero. M'era figurato un omone grave e serio, che sentisse di sé stesso, e tenesse modi fra l'austero e lo sprezzante.... e m'ingannai di gran lunga! Andai un giorno all'Università, dov'egli insegnava le lingue orientali, ed era bibliotecario. Fui in libreria e vidi un pretucolo magretto e spigliato, ohe camminava leggiero o sollecito, che aveva negli occhi e nelle labbra
11 sorriso, e che all'intera scolaresca volgeva benigna la parola. Questo pretucolo era il Mezzofanti, il più gran poliglotta del mondo.
— Oh per dieci.... e due dodici; ecco il po...poli...gotta del quale parlò il signor Teòtimo.—Cosi Bartolino, il quale tacque udendo a ridere alle sue spalle l'intera comitiva.
— SI si, come vuoi, disse il parroco, che poi prosegui. — Quel gran d'uomo del Mezzofanti era figliuolo