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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

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a cura di Federico Adamoli

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   E Don Ambrogio seguitò. Morto il Yendòme, la corte di Parma nominò PAlberoni suo agente a Madrid, dove seppe tanto insinuarsi nell'animo di Filippo V, che ne divenne ministro e padrone.
   — Eh ! già il mondo è degli scaltri, osservò il signor Marcellino : e chi sa a quali imprese arrivò Don Giulio.
   — Niente altro che conchiuse il matrimonio del re di Spagna, con Elisabetta Farnese, ereditiera del Ducato di Parma. Questo affare di gran momento gli guadagnò la protezione della regina, e l'ambizione di lui non ebbe più limiti. Fatto cardinale, pensò di ricuperare alla Spagna i possedimenti perduti in Italia, e tenne pratiche coi principi italiani per abbattere l'austriaca pre-poderanza.
   — L'osso era duro, interruppe il segretario ; e per roderlo e stritolarlo non bastano i denti d'un solo ministro.
   — Infatti la Francia, l'Inghilterra e l'Olanda collegate, gli attraversarono i disegni; ma egli non si sgomentò e con un cplpo di mano, tolse all'Austria la Sardegna, ed occupò la Sicilia. Di più, indettatosi coi liberali di Francia, voleva atterrare il reggente, e convocare gli Stati generali, cioè Convertire la monarchia in in una specie di repubblica. Scoperta la congiura, tutto andò in conquasso, e la stella dell' Albereni tramontò.
   — Chi più vuole meno ha, disse l'organista : e tutti fecero eco al signor Filippino.
   — Da quel tempo (e fu nel 1719) PAlberoni dovette