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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 73 —
   — Credo io saperlo, disse il maestro : dev'essere sulla via Emilia, tra Parma e Piacenza, presso l'Arda.
   — Appunto, appunto.
   — Ci sono stato anch'io, soggiunse Leonzio, e affilai de'ferruzzi a uno scarpellino.
   — Bravo! A Fiorenzuola dunque nel 1664 o 65, nacque un figliuolo a un giardiniere, che gli pose nome Giulio. Il fanciullo era vispo e acuto oltre ogni credere; e invece di zappar l'orto, studiava il Salterio e il Fior di virtù.
   — Bravo !
   In poco tempo divennne valente nella storia e nella filosofia; ed ottenne da suo padre di poteT vestire da prete.
   — Era vocazione? dimanḍ il signor Tẹtimo.
   — Noi potrei negare ; perchè più che prete fu politico e statista. Basta: il fatto è che in breve tempo fu conosciuto per tutto Io Stato di Parma, e che in tutte le faccende pubbliche c'entrava Don Alberoni.
   — Alberoni ! sclaṃ il segretario ; quel mestatore che si metteva in piazza tanto volentieri, quando si trattava di primeggiare e di farla da sere e messere?
   — Appunto. Egli fu cappellano del vescovo di Borgo S. Donnino : e quando i Francesi capitanati dal Duca di Vendóme campeggiavano in quel di Parma, avendo bisogno d, foraggi, là sul 1703 o 4,l'Alberoni faccendiere ne provvide loro fin che ne vollero,.... e fu caro al Duca.
   — Viva il fornitore! disse il signor Tẹtimo.