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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Feltro, ed al Guttemberg di Magonza, pensò a formare alfabeti intagliati in rilievo, eoi quali spezzava a' fratelli minori ed a' poverelli del paese il pane prezioso dell'insegnamento. Con essi alfabeti compose quel passo de' salmi, che allude misticamente alla podestà della Chiesa, nelle famose parole: Begnqrà da un mare dU1altro ; dalV Eufrate agli ultimi confimi dèlia terra. Con tali parole forse profetizzava a sè medesimo il triregno.
   — La mi canzona! sclamò il cartaio.
   — Non la canzono. Ildebrando studiò, imparò assai, divenne monaco, abate, cardinale, e fu da ultimo pontefice, il famoso pontefice Gregorio VII.
   — Oh oh! s'udì per tutta la sala in suono di meraviglia. — E il parroco proseguì : Sì, signori, fu Gregorio YII, uno dei più grandi uomini della cristianità, quegli che umiliò l'imperatore Arrigo IV di Germania, e che sei vide ai piedi penitente nel castello di Canossa.
   Crebbe il bisbiglio per la sala all' inaspettata novità del racconto. E D. Ambrogio prese fiato, guardò alla cartella dove erano segnati gli appunti, indi proseguì:
   — In Albissola marittima viveva, or sono più di quattro secoli, un povero pescatore, cui nacque un bimbo nel 1414 ; ed ei lo chiamò Francesco per la gran divozione che professava al Serafico d'Assisi. Cresciuto il fanciullo in età, voleva studiare, e il padre non poteva spendere per la sua educazione ; sicché il ragazzo si fece frate. Così tolse a sè ed al genitore ogni affannoso pensiero. Studiò a Padova, e diventò professore*