Stai consultando: 'Figli del popolo venuti in onore Operetta storico-morale', Salvatore Muzi

   

Pagina (63/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (63/218)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 63 -
   — E qui il signor Diodato e l'organista presero a far gli elogi del signor. Teňtimo, esponendo il cŇmpito da lui assunto graziosamente d'istruire quei del paese, narrando loro aneddoti e storie di tanti figli del popolo,-che seppero levarsi dal suolo e salire in alto nella scala sociale*
   — Io non posso che approvare e lodare ( disse don Ambrogio) il bel pensiero del signor Teňtimo; ed era qui venuto per pregarlo d'un favore in proposito.
   — Non dica questo: ella mi deve comandare liberamente.
   — Grazie! Avendo udito di che trattano le loro conversazioni, m'č nata l'idea di fare anch'io la mia parte, dicendo due parole intórno ad alcuni ecclesiastici dabbene e saliti a grande onore, i quali nacquero in me-schinissimo stato. Se dunque mi permettono.....
   — Č un favore, un sojmmo favore ch'ella ci fa.
   — Un favore!
   — Un favore!
   — E in quanto al giorno ?
   — Domenica, domenica !
   — Se non che li pregherei di stabilire un' altr'ora.
   — A piacer suo.
   — Il dopo pranzo ho il vespro; perciň preferirei la mattina, dopo la messa e la colazione.
   — Benissimo.
   — Dalle dieci e mezzo alle dodici.
   — Perfettamente.