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— E qui il signor Diodato e l'organista presero a far gli elogi del signor. Teňtimo, esponendo il cŇmpito da lui assunto graziosamente d'istruire quei del paese, narrando loro aneddoti e storie di tanti figli del popolo,-che seppero levarsi dal suolo e salire in alto nella scala sociale*
— Io non posso che approvare e lodare ( disse don Ambrogio) il bel pensiero del signor Teňtimo; ed era qui venuto per pregarlo d'un favore in proposito.
— Non dica questo: ella mi deve comandare liberamente.
— Grazie! Avendo udito di che trattano le loro conversazioni, m'č nata l'idea di fare anch'io la mia parte, dicendo due parole intórno ad alcuni ecclesiastici dabbene e saliti a grande onore, i quali nacquero in me-schinissimo stato. Se dunque mi permettono.....
— Č un favore, un sojmmo favore ch'ella ci fa.
— Un favore!
— Un favore!
— E in quanto al giorno ?
— Domenica, domenica !
— Se non che li pregherei di stabilire un' altr'ora.
— A piacer suo.
— Il dopo pranzo ho il vespro; perciň preferirei la mattina, dopo la messa e la colazione.
— Benissimo.
— Dalle dieci e mezzo alle dodici.
— Perfettamente.