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Figli del popolo venuti in onore
Operetta storico-morale
Salvatore Muzi
Tipografia Scolastica di A. Vecco e Comp., 1867, pagine 216

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 62 —
   — Non saprei...
   — Indovinino un poco!
   — Dica, dica!
   — Bartolino.
   — Bartolino!?
   — Certamente.
   — Oh questa la mi pare incredibile, disse il cartaio.
   — Eppure la è cosi. Bartolino, recatosi non ha molto a Bologna, trovò da un librivendolo le memorie sul sellaio, e molti libercoli del Croei ;... e li comprò.
   —- « Altro che le storie della Civetta, disse il segretario. Le storie dei ribaldi fanno uggia, ed è meglio tacerle: quelle dei galantuomini poveri ma onorati, dànno consolazione, ed è ottimo il propagarle. Perciò, mentre promuovo un evviva al signor Teòtimo, propongo ancora un altro evviva al nostro amico Bartoliuo ». E si levarono gli evviva cosi unanimi e sonori, che potevano udirsi a non breve distanza; tanto echeggiavano per Val di Sàvena in quel sereno tramonto del giorno.
   Mentre rallegra comitiva stava per andarsene, si vide giugnere sull' aia il curato D. Ambrogio; laonde tutti si levarono in piedi, e gli fecero di cappello.
   — Ben giunto, signor curato, ben giunto.
   — Forse troppo tardi, perchè veggo che stanno per andarsene.
   — Abbiam finito or ora un po' di conversazione (disse il signor Teòtimo) per passare un' ora con qualche profitto.
   s