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Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LVl II
   Prefazione
   e famosissima figlia di Roma, Fiorenza '. E poiché dall' ortografia procede direttamente l'ortoepia - e delle condizioni di questa ' dolente ancor ragiona ' la divisa per si lunghi secoli e già ' serva Italia ' -non saranno del tutto inutili, nemmeno nel ' bel paese ove il si suona ', i segni di pronunzia sparsi, se non profusi, nel presente volume. Con la grafia oggi pili comune, soppressi Vj e l'accento circonflesso, segnate di grave l'è e l'o aperte, e del grave o acuto richiesti le sdrucciole, introdussi cotest'accentazione pur nelle singole parti delle voci composte che la esigessero: come, gli avverbi uscenti nel sostantivo nominale, già separato or suffisso, «mente» (« continuamente », .    Omnia barbara vox, non declinata latine,
   Accentum super extremam servabit acutum.
   La lezione e l'armonia, infatti, ormai generalmente accolte, ad esempio, per i versi:
   ') Mi sia lecito ricordare l'ult. mio scritto snll' argomento, nella Bibl. d. scuole ital., dir. da G. Finzi ; an. X, num. 11 (Napoli, 1 giugno 1904). - Cfr. il Fanfulla d. domenica del 12 giugno 1904.
   2) Si veda il Bull. d. Società dant. cit., Ili, 105 ss. ; X, 76 e cfr. Scart., Purg., ediz. lips., xxii 58. - La norma può prestare un utile sussidio anche negli studi sul testo critico del poema, per l'esclusione di molte lezioni secondarie, quali - basti un esempio - quelle al Par. v 66 : « Come Ieptè alla sua prima mancia».