La nuova scuola ortografica
LVII
« morii » (Inf. xxxiv 25),' « io senti' » (Purg. xx 127), « senti'mi » (1. c.), «mi smarri'» (1. c.), «udii» (Par. xix 10), « udi' » (ivi, xxii 31; xxvi 19) e, infine, per tornare al nostro primo caso « udi' '1», come dovrà segnare chi non voglia esser franteso il luogo con si disparata grafia nelle varie edizioni offerto. Per tal modo soltanto, la voce può essere tosto intesa e analizzata anche presa a sé, fuor del discorso ; cosi può e deve riconoscere ciascuno quell' « udi' » senza ricorrere al testo; cosi solo, per chiuder col Poeta, 1 la scrittura è stella piena di luce ' (Conv. II xvi 10). - Un corollario : anche altrove, sempre che ricorrano simili contrazioni in voci seguite da enclitiche, d'uso si frequente nella poesia dantesca, tornerebbe opportuno, oltre all'apostrofo, l'accento, come, ad esempio, in « accò'lo », « dirè'lo », « doman-dà'lo», «levà'mi»1), « morrà'ti », « quetà'mi », « ricorderà'ti », « rifé'mi », ed altre forme simili, tanto famigliari agli studiosi del Poeta.
16.° Non possiamo certo pretendere che gli stranieri procedano sicuri dove navighiamo ancor incerti noi, ed è perciò urgente che un'uniformità si proponga e s'imponga nella nostra ortografia: il solido fondamento n'è ornai dato dal maestro toscano e dalla sua scuola, che s'accentra proprio là nella ' bellissima
') Inf. xxiv 58 e Purg. xxvii 113. Il Fay dà questi luoghi come diversi, sotto leva' e lev a'mi; cosi pure, naturalmente, lo Scartazzini nello spoglio della Concordanza - non però qui (I, 1132). Delle altre forme, qui ricordate, si veda la varia ortografia nel nostro Vocabolario. - Dovrebbe pur avere i due segni la seconda singolare del presente imperativo di « dire » ; onde, presso il Casini, il frequente « di' », e quindi, al Purg. v 103, « ridi' ».