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Prefazione
alla voce verbale non è sempre sufficiente ad indicare la vocale tonica, come dal Witte al Vandelli oltre che ne' luoghi indicati s'usa pure in questi : « mi diparti' da Circe» (Inf. xxvi 91), « senti'mi presso quasi un mover d'ala» (Purg. xvii 67) e negli altri che appresso vedremo. Le voci gioi', guai', ad esempio, potrebbero aversi come verbali per gioii, guái, da « gioire », « guaire », e insieme nominali nel verso, per sineresi, da «gịia», «guàio», quali nella Commedia: « gennài' » (Par. xxvii 142), « primài' » (Purg. xiv 66), « Tṛi' » (Inf. xxx 114), « Uccellatói' » (Par. xv 110) - come alcuno, a meglio designar la pronuncia, quivi scrive ; necessario, dunque, indispensabile, anzi, un altro segno grafico per evitare l'ambiguità - e cotest' ovvia norma ci viene, ora, proprio dalla « gran villa », « sopra il bel fiume d'Arno ».
15.° Nella biblioteca scolastica de' classici italiani, diretta da Giosuè Carducci (Firenze, edit. Sansoni), l'ortografia non è meno curata d'ogni altro elemento che possa aggiunger valore all'illustrazione dei testi: anche il volume della Commedia, che il Casini va nelle ristampe migliorando, ne fa solenne fede. Su cotest'ultimo esemplare (quinta edizione), adunque, chi d'or innanzi non voglia franteso il proprio testo segnerà le prime voci qui esaminate, e le consimili altre, d'un accento e insieme d'un apostrofo; per il caso supposto, cioè, le voci nominali daranno « gịi' » (gioia), « guài' » (guaio), le verbali «gió'», «guá'» o, dove non segua una terza i, ovvero un'i iniziale, « gioii », « guái ». Variamente, infatti, il Casini, ora: « mi dipart́' » (1. c.), « finii » (Purg. v 101), « moŕ' » (Inf. xxix 111 ; Purg. xi 65),