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Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Dell'ortografia italiana
   LV
   Ed udi '1 nominar Gerì del Bello (Inf. xxix 27) ;
   Cosi od'io che soleva la lancia (ivi, xxxi 4).
   Se in quest'ultimo caso - perché la voce potesse, come dovrebbe, esser tosto analizzata anche presa a sé, cioè fuor del discorso - se quivi bastava un accento grave («òd'»); nel primo caso, nemmeno l'accento sarebbe stato di per sé sufficiente all'uopo. Il peggio è che, se l'ortografia wittiana di cotest' « udi '1 », passato al Fay e agli stranieri tutti, riesce indeterminata ed oscura, l'adottata quivi nelle edizioni nostre anche migliori, finora non fu punto né determinata, né chiara, né uniforme; è tanto varia, anzi, quanti gli editori, presso più (l'uno de' quali, inoltre, venne variando col ripetersi delle edizioni. Lo Scartazzini, quindi, nella Concordanza segue il Witte, nel rimario dà « udiil » (col Fraticelli, pare), nel testo proprio «udii» (come civil, gentil, senz'indicare che la voce è composta) e col Vandelli, da ultimo (quarta ediz. milanese) ritorna alla forma wittiana; c'è chi scrive con vario accento « udii », e « udii », come fin oggi il Casini, o - più logicamente, perché almeno lascia distinguere che qui si tratta della prima, non già della terza persona di quel tempo - « udi' '1 » J). Nella prima persona la contrazione è opportuna, se non anche necessaria quando la iniziale seguente sia un' i, come nel caso nostro: « udii il », o all'i»/, xv 50:    ') Cosi, ora, Gioacchino Maruffi : Il canto XXIX dell'Infei-no letto per incarico del Comitato napoletano della Società « Dante Alighieri » (Napoli, tip. della r. università, 1904).