'Ambo e due'
- ' Tutto e quanto '
ini
a proposito del v. (Inf. vi 37) ' Elle giaeean per terra tutte e quante'. «La Vulg.'.... Tutte quante.' Questa importuna congiunzione e viene nella edizione del Witte a cacciarsi quasi sempre nel bel mezzo dell' aggettivo composto ' tuttoquanto ' (sic) con si poca soddisfazione dell'orecchio ; il che accade altresì, seb-ben più di rado (sic), alla parola ambodue o am-bidue, volendo leggere ambo e due, o ambi e due » (La Civiltà cattolica, ser. 5a, voi. Vili, p. 332). Inutile ripetere che, eccettuata la sola riproduzione della wittiana presso il Daelli, le edizioni nostre tutte - incluse fra le nostre quelle dello Scartazzini - non offrono veruna di coteste forme a noi inusitate; soltanto il Casini lasciò entrare nel proprio testo, delle dodici, bensì tre sole volte, le frasi tutti e quanti, tutte e quante l). Ma qui si tratta del plurale, dove può aver influito l'analoga maniera, d'uso presso noi frequente, del quantitativo seguito da un numero cardinale, specialmente nel caso in cui a tutti, o tutte, s'aggiunga il quattro ; per esempio, al Purg. viii 135: Con tutti e quattro i piè copre ed inforca;
onde queste altre frasi pur regolari:
Fenno una rota di sé tutti e trei (Inf. xvi 21), • Ove già tutti e cinque sedevamo (Purg. ix 12), E tutti e sette mi si dimostrare (Par. xxii 148), Cosi di tutti e sette si dipinge (Ganz. son. xxviii 14), Poi le si mise innanzi tutte e sette (Purg. xxxiii, 13).
') Già dalla Bua prima edizione del 1888, all' Inf. vii 40 e Par. xxii 133; appresso, anche all'In/, vi 37 (ved. La D. C. di Baste Alighieri con il commento di Tommaso Casini ; quinta edizione accresciuta e corretta. Firenze, Sansoni, 1903).