Stai consultando: 'Enciclopedia Dantesca Volume III - Vocabolario-Concordanza', Giovanni Andrea Scartazzini

   

Pagina (49/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (49/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ' Ambo e due ' - ' Tutto e quanto '
   LI
   suno degli studiosi di Dante in Italia vorrà e potrà biasimarlo s'egli sopprima la copula o congiunzione «e» tra inumerali «ambe» o «ambo» e «due» o «dui»1). Fu primo, infatti, il Witte ad introdurre nel testo della Commedia cotesto modo alla lingua italiana insolito, e l'introdusse, evidentemente, sull'autorità del codice di Santa Croce, il solo - fra' quattro « più autorevoli testi a penna» (eccettuato, forse, il berlinese all'Jn/. i 69) sui quali fu redatta la celebre edizione -il solo che la offrisse contro tutti gli altri e, naturalmente, contro tutte le edizioni. Eppure il Witte stesso accoglieva in due luoghi, all'In/, xx 125 e xxv 2 (ved. « due » qui nelle Giunte), la forma unita, e per ben diciassette degli altri ventitré doveva avvertire in margine che pure nel Santa Croce la stessa forma s'era sostituita nel testo alla lezione originaria; fu dunque un singolare capriccio quello di piegarsi al vezzo individuale d'un copista per dare l'ostracismo alle voci composte ambedue e ambodue, ambedui e ambodui, amendue e amenduo, le sole proprie - anche se oggi, dalla prima in fuori, più o men rare -della nostra lingua.
   Ma il mio suggerimento al venerando dantista inglese riguardava pure l'altra per noi insueta locuzione formata de'pronomi «tutto» e «quanto», ne'loro vari generi e numeri, legati dalla copula; e poiché io non dovevo, né ho voluto, registrare nel presente lavoro se non la forma wittiana unita « tut-taquanta » (insolita non meno delle altre presso noi, e, forse per ciò stesso, dimenticata eziandio dal Fay e
   ') Ved. il Bull, della Società dant. it., N. S., VIH, 29-30; XI, 128.