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Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XLVI
   Prefazione
   guita la lezione (lei Dante d'Oxford, ossia del volume ch'esso fregia; ma sembra fatale che ìndici e rimari danteschi - come quello che accompagna il poema nell'edizione milanese dello Scartazzini - debbano aspirare a una cert'autonomia 1).
   12.° Il Moore, già dal 1897 e 1900, introdusse, però, nel testo del poema alcune correzioni; ora è proprio indispeusabile designare anche le seguenti singolari mende e talor vere brutture, dalla celebre prima edizioue wittiana (Berlino, Decker, 1862: le segno qui con asterisco) fino all'ultima (ivi, Schenck, 1892) sempre aumentate, e nelle edizioni straniere del poema, come novo vangelo, quasi tutte entrate, consacrate e stereotipate.
   1. Che gli sia fatto e poi sé ne rammarca (Inf. viii 23),
   2. Perroclié l'occhio m'avea tutto tratto (ix 35),
   3. Comincia egli in su l'orribil soglia (ix 92),
   4. Ciò clie fu manisfesto agli occhi miei (xiv 18),
   5. Si che in poc'ora avria 1' orecchie offesa* (xvi 105),
   6. Ed accenolle che venisse a proda* (xvii 5),
   7. Si deleguò come da corda cocca (xvii 136),
   8. Ciascun trai mento el principio del casso * (xx 12),
   9. Ora vorebbe, ma tardi si pente* (xx 120),
   10. Fanno atuffare in mezzo la caldaia* (xxi 56),
   11. E già le notti al mezzodì sen vanno (xxiv 3),
   12. Dentro Siratti e guarir della lebbre (xxvii 95),
   13. Al duca mio che non li era altra grotta* (xxxiv 9),
   ') A quest' ult imo proposito, quanto osservava il sig. IjDCIKN Auvray dieci anni sono sulla prima «edizione minore» (vedasi Le moycn-àge, del marzo 1895 ; p. 56), può ripetersi anche oggi rispetto alla « quantité considórable de divergences entre le texte commentò et le texte du Rimario » (cfr. qui la nota nella pag. che segue).