Stai consultando: 'Enciclopedia Dantesca Volume III - Vocabolario-Concordanza', Giovanni Andrea Scartazzini

   

Pagina (40/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (40/738)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   XLII
   Prefazione
   spesso, ripeto, non sempre, come si vedrà. Perché poi l'assegnare un valore solo a termini e modi controversi sarebbe stata imperdonabile presunzione, alcune voci, quali abbagliato, cagioni, becchi, impari, lontana, milia persi, vento, vincia, ed altre più o men famigliari, per la varia interpretazione, agli studiosi del poema, appaiono ripetute ne' luoghi diversi.
   9.° Nessuno supponga tuttavia di trovar qui fondamento ad un'esatta statistica, perché delle voci che in un verso o in una linea del testo sono ripetute due ed anche tre volte, non offresi altr'indicazione che una cifra2); bensì per l'italiano sono qui riferiti tutti i superlativi, affinché si veda che se - come fu osservato a freno di tendenzè pericolose -Dante non ne ha più di diciassette in tutto il poema3), nella Vita Nuova, invece, ne dà oltre a mezzo centinaio e nel Convivio, presso che un quarto di migliaio. Soltanto non si volle secondare o agevolare anche coi bis e i ter lo studio e la tendenza di ridurre tutto a
   ') Secondo i migliori interpreti, al Par. xxvi 78, milia sta per « miglia ».
   2) Accanto, dunque, al Purg. xxxi 136 e Par. iv 122, per la voce ' grazia ', o al Purg. xv 108, por ' martira ', non s' avrà un bis ; né per ' iieri ' (Moti. I xiv 16), 'ano' (Par. xxxi 48), ' pius ' (Mon. Ili iii 130), ' santo ' (Par. xxvi 69), a' luoghi speciali un ter.
   3) Il Mariotti, però (Dante e la statistica delle lingue. Firenze, Barbèra, 1880, p. 43), intese certo riferirsi ai superlativi assoluti regolari, clió tra gl'irregolari (imo, infimo, pessimo, sommo, supremo) raggiunge da sé le ventinove volte l'agg. sommo (ved. le Giunte). Si noti che massimo e massimamente (83 volte), ottimo e ottimamente appaiono soltanto nel Convivio.