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Enciclopedia Dantesca
Volume III - Vocabolario-Concordanza
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hepli Milano, 1905, pagine 667

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   più frequenti forse che non si creda; ma era da ciò il presente volume? Se un ragionevole desiderio rimane, gli è anzitutto che lo spoglio s'allarghi a quante più voci sia possibile, anche ove alcuna debba poi occupar più pagine - il che per ora si volle evitare ; temendo appunto soverchie ridondanze, fu riserbato lo spoglio complementare di vocaboli in alcun' opera spesso ripetuti, alle Giunte - che riparano eziandio alle inevitabili altre lacune.
   Mira suprema fu qui l'intendere, quanto più e meglio si potesse, a fuggir ogni errore d'interpretazione e di numerazione; il nostro specchietto delle correzioni (ved. la p. 652) possa attestare la cura coscienziosa e poc' altro desiderare. Per un disegno dapprima diverso, l'ordine grammaticale soffre talora alcun'ecce-zione ; e s'avverta pure che, ad evitare in generale il soverchio senza guari traviar la ricerca, specialmente nel latino, i vocaboli non appaiono sempre sotto la forma fondamentale, o del nominativo e dell'infinito: opportuni rimandi, però, tolgono o scemano le eventuali difficoltà. Non si poteva ripeter qui tante volte una voce quanti i suoi vari significati 2), anche perché talora s'incontravano difficoltà o dubbiezze d'interpretazione; ricorrono spesso insieme, perciò, forme uniche pur di tempi, modi, numeri e casi, o parti del discorso, di valore diverso:
   ') Perfino, anzi, ma lievemente (da un coaequam in fuori, eh' è svista fonetica), perfino l'ordine alfabetico : non è guaio nuovo, però, nei vocabolari.
   !) Si veda, p. es., apprèndere, fante, lonza, scòrgere, sovvenire; molti omonimi, tuttavia, e specie tutti quelli che presentano diversità fonetiche, sono ripetuti secondo il diverso loro valore.