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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   146.
   che si vede sia un'altra, montagna da cui essa rimanga nascosta! E quanti mirabili aspetti offre la sua cima ora colorata di rosa dal sole, ora ravvolta dal fumo, che -s'innalza a vicenda come un gigantesco pennacchio, .0 s' allunga da un lato come uno smisurato gonfalone ondeggiante, o discende e s' allarga sui fianchi del cono in veli candidi leggerissimi di una trasparenza di trina! E verso il termine di questo incanto di viaggio si sbocca in faccia al mare, donde si vede ancora disegnarsi lassù, sopra il candore delle nevi etnee, quanto resta dello smisurato castagneto di Cento Cavalli, e, dall'altra parte, la bellezza sovrana di Taormina, quasi sospesa nell'azzurro. Ed ecco.infine la più meravigliosa costa dell'isola, sede dei suoi primi abitatori ; maravigliosa per la pompa della vegetazione e per la poesia delle leggende ecco il vago lido dove fu sbattuto il naviglio d'Ulisse, dove appuodò Enea, e pascolò le capre Polifémo ; ed ultimo 1' arcipelago dei Ciclópi, le sette strane isolette rocciose, quella fantastica fuga d' oniche teste nere decrescenti d' altezza, che sorgono dalle acque, come
   t 3 d' una famiglia di giganti sommersi, che rialzino la fronte per dare all' «Isola dei sole >> l'ultimo addio.'
   divina Sicilia ! Quanti Italiani, che hanno corso il mondo per diletto, morirono à moriranno senza averti veduta !
   Qual .più bello spettacolo può affacciarsi alla mente d' un Italiano, che la sua patria una, forte, potente, devota a Dio, concorde e tranquilla in sè medesima, rispettata e ammirata dai popoli? Quale avvenire si può immaginar più beato? Qual felicità più desiderabile?
   Io m'immagino la mia bella patria una di lingua, di lettere, di religione, di genio nazionale, di pensiero scientifico, di costume cittadino, di accorda pubblico e privato fra gli abitanti che la compongono.
   Io mi rappresento la festa e la maraviglia del mare, quando una flotta italiana solcherà di nuovo le onde mediterranee, e i mobili campi del pelago, usurpati da tanti secoli, ritorneranno sotto l'imperio di quella forte e generosa schiatta che ne tolse ò loro diede il suo nome. Veggo in questa futura Italia risorgente fissi gli occhi d' Europa e del mondo ; veggo le altre nazioni prima attonite e poi ligie e devote, ricever da lei per un moto spontaneo i principii del vero, la forma del bello, 1' esempio e la norma del bene operare e del sentire altamente. Veggo tutti gli ordini dei citta-
   Edmondo De Amicis.
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   L'ITALIA FUTURA
   (!) Allude al Mar Tirreno, che prese il nome dai Tirreni o Etruschi, abilissimi navigatori nell' antichità, e al Mare Adriatico così denominato da Adria, cittii veneta, un tempo sul mare.