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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   145.
   LA FERROVIA CIRCUMETNÈA
   0 mio benevolo lettore, che andrai un giorno a Catania, ricordati di fare il gir0 della ferrovia circumetnea, e dirai che è il viaggio circolare più incantevole che si possa fare in sette ore sulla faccia la terra. Questa ferrovia che, girando intorno al grande vulcano con un tragitto di più di cento chilometri, allaccia fra di loro tutti i più popolosi comuni delle sue falde, parve da principio un' impresa utopistica, fu attraversata da mille difficoltà, e non condotta a termine che nel 1895. Ora non si riesce quasi più a- capire come non si sia fatta vent' anni prima, tanti sono i vantaggi che ne ricavano i trentotto paesi grandi e piccoli fra cui è distribuita la popolazione dell'Etna, la quale ha una densità superiore a quella delle parti più popolate della penisola. È una ferrovia che attraversa un paradiso terrestre, interrotto qua e là da zone dell' inferno, e che da Catania donde parte fino alla costa dove si congiunge con la strada ferrata del littorale, e da questo punto fino a Catania, è tutta una successione di vedute maravigliose dell' Etna e del mare, di giardini e di lave, di piccoli vulcani spenti e di valli lussureggianti di verzura, di graziosi villaggi e di lembi di foreste, di quelle antiche foreste di querce, di faggi e di pini, che fornivano il materiale di costruzione alle flotte di Siracusa, e che le eruzioni dall' alto e la cultura dal basso hanno in grandissima parte devastate.
   La strada sale fino ad altitudini di oltre mille metri, discende, risale, passa attraverso a vigneti, a oliveti, a vaste piantagioni di mandorli, a boschi di castagni ; corre per ampi spazi coperti dei detriti delle eruzioni, fra muraglie di lava alte come case, fra mucchi di materiale vulcanico rabescato, striato, foggiato in mille strane forme di serpenti e di corpi umani mostruosi, dove non appare un filo d' erba ; fiancheggia altri spazi dove la natura ricomincia a riprendere i suoi diritti sulle ceneri e sulle scorie, già disgregate e decomposte dalla vegetazione nascente ; passa sopra eminenze fiorile da cui si vedono sotto, in conche verdi deliziose, biancheggiar ville, chiesette, stradicciole serpeggianti fra macchie brune d' a-ranci, di mandarini, di cedri, lungo corsi d' acqua argentati che paiono strisce di neve scintillanti al sole.
   Durante tutto il tragitto è sempre visibile 1' Etna, ma in cento aspetti diversi, «cangianti secondo la generatrice del cono che esso ci presenta allo sguardo. La regolarità della sua forma conica, quale si vede da Catania, non è -che apparente. A chi le gira intorno essa mostra successivamente enormi pareti dirupate, scalinate immense, piramidi dietro piramidi, che riescono inaspettate come trasformazioni istantanee; appare in qualche punto decapitata del suo cono supremo, in vari luoghi spezzata, ora tutta bianca di neve, ora bianca sulla cima soltanto, qualche volta così diversa dall' immagine fissà che se n' ha nella mente, da far sospettare che quella 10 — De Giorgi. Geografia.