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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   143.
   Il panorama dalle mie finestre cominciava a sinistra dal dirupo del monte, coperto di robuste masse di castagni e di noci, e sul quale era fondata la casa che abitavo. Questo manto di verdura copriva da ogni parte il paese, e 1' avvallava con ripido e ondeggiante pendio verso la pianura. Al lettore è mai venuto il desiderio, vedendosi ai piedi le molli e fresche forme delle grandi foreste, di potersi gettare ed immergere in quel mare di foglie come s'immergerebbe nelle acque? Io sempre ho provato quest'istinto, e lo provavo alla mia finestra in allora. L' ultimo orizzonte era occupato per metà da una Striscia azzurra del Mar Tirreno; per metà dalla lontanissima montagna di Viterbo, dai monti dell' Umbria, della Sabina, dinanzi ai quali si presenta isolato l'antico Soratte, ora monte Sant'Oreste. Dalla Sabina, sempre andando da sinistra a dritta, vedevo monte Gennaro, i monti di Tivoli, e poi, distante soltanto poche miglia, il lungo declivio delle aride colline di Tuscolo, e sott'esse le ville ed i giardini di Frascati, le torri di Grottafer-rata, e più in qua ancora i tetti dell' antico feudo colonnese, Marino. Lo spazio fra 1' ultimo orizzonte e le falde del monte Albano, sul quale mi trovavo, era la vasta insalubre region di Vittorio Alfieri, la campagna romana.
   Massimo d'Azeglio.
   SORRENTO
   i»
   Io compiango tutti coloro che non sono mai andati, in un tepido giorno di maggio, da Castellammare a Sorrento, attraverso quei boschi di limoni e di melograni in fiore a cui il grigio degli olivi dà maggior risalto, all' ómbra trasparente di quelle montagne, irte di macigni, che pur lascian vegetare lussureggianti il faggio, il castagno e la quercia ; per quella strada tortuosa, tagliata nel monte, la quale congiunge ridenti casali seminascosti uel fogliame, lungo quella costa bagnata dal mare che il sole cosparge di stelle d' oro. Di fronte si erge 1' isola di Capri, come un grandioso tempio di lapislazzuli edificato sulle acque ; alle spalle il Vesuvio col suo pennacchio di fumo, la sua cima di lave brillanti, la sua corona di giardini, il suo tappeto di città variopinte. Il tutto, ravvolto nella luce meridionale ¦ed olezzante di fior d' arancio, forma un insieme di bellezze naturali la cui magnificenza vi stordisce e v'invita a un tempo a prender parte alla sua amenità, ad unire la vostra idea alle sue creazioni, quasi nota aggiunta all' armonia universale.
   Com'è bella Sorrento! Sembra precipitare in mare dall'alta roccia a cui fli è aggrappata come una città naufraga ; pare sospesa, e dai balconi delle sue case alla spiaggia corre un abisso. Si direbbe edificata dai suoi fondatori come un belvedere per contemplare il Vesuvio che si specchia nel golfo di Partenope, che mi dà 1' aspetto d' un lago incantato. Dal giardino della. Sirena, dove il profumo dei fiori vi inebria, si scorgono nella piccola