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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   141.
   stessa improvvisa arguzia nei distacchi montani, la stessa soavità d'inclinazioni producevano le medesime sensazioni e le medesime idee.
   Le esclamazioni dei passeggieri si erano alternate in una rapida e tumultuosa vicenda di lingue, ma significando sempre la stessa cosa : tutti trascorrendo sul facile piano della strada, avevano guardato quei colli, sui quali le case sole mutavano in mezzo all' eterna bellezza della natura.
   Non erano Eomani, ma Galli, i primi che da quei colli videro la pianura rigarsi di una larga striscia bianca. Era la nuova strada Emilia, che staccandosi dalla 'Via Flaminia alla sua estrema punta di Rimini, la più antica colonia romana, proseguiva verso le più recenti per Bologna, sino a Piacenza. Allora la pianura, che dai colli discendeva verso il mare, era più stretta di ora, e si arrestava al labbro della immensa palude Padusa, entro la quale Ravenna, antico villaggio lacustre, aspettava nella calma della ignoranza di succedere a Roma come capitale dell'occidente.*' I più floridi paesi della Romagna non esistevano ancora ; un' acqua torbida ed inerte, tratto tratto percossa da innumeri tuffi di uccelli vallivi, <2> evaporava lentamente al sole, avvelenando nell' aria ogni alito di vita ; il mare lontano, ceralo sotto 1' argento delle sue spume, la chiudeva come in un immenso monile niellato. La palude serpeggiava, avanzandosi verso i colli o indietreggiando verso il mare, a seconda dell' impeto dei fiumi che vi si cacciavano, sempre più intricata da vegetazioni acquatiche, nelle quali s'impigliavano i remi dei piccoli battelli. Allora la strada era un argine alto sui canapi e su la palude, pel quale Roma mandava le proprie legioni a frenare i popoli vinti, o non ancora fusi nella sua civiltà. Alcuni fra essi, come i Galli Sénoni, furono distrutti o cacciati ; la maggior parte degli altri rimasero, e quella lunga lìnea bianca, che li univa a Roma, li persuase ad altra vita ; 1' agricoltura successe alla pastorizia, il commercio raddoppiò l'agricoltura: dietro le legioni passarono i cittadini di Roma; i barbari li seguirono, e Roma crebbe, trasformandosi da città vincitrice in capitale d' Italia ; da capitale d'Italia in centro del mondo.
   La strada fu costrutta nell' anno 567 (di Roma = 186 a. C.) dal console M. Emilio Lepido, quindici anni dopo la battaglia di Zama.
   D' allora quanti popoli, quanti individui, quante vicende son passate per la Via Emilia!
   Alfredo Oriani.
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   FIRENZE
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