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tutto si dimentica, il mestiere, i progetti, sè stessi; si. guarda come se ad un tratto ci si librasse, aerei, affrancati dalla vita, al di sopra delle cose, nella luce e nell' azzurro.
Il palazzo ducale, come un brillante solitario in. tnezzo ad -un diadema, offusca tutto il resto ; ma oggi non voglio descrivere affatto, non voglio •che godere. «
f Ippolito Taine.
LA VIA EMILIA *
II noto scrittore Alfredo Oriani, romagnolo, ci dà in queste pagine una descrizione assai viva del paesaggio emiliano.
La Via Emilia, in quell' ora e in quel giorno non votato ai mercati dei paesi vicini, era quasi deserta: -il suo largo piano,<•> diritto e stupendamente conservato, allora senza ghiaiat aveva un' aria di pulitezza e di abbandono che impensieriva. Io ero trascorso óltre Castel Bolognese e proseguivo al passo verso Faenza. L passanti erano pochi, scarse e fievoli le voci che arrivavano dai campi. Riparati per dormire, nei cipressi e nelle edere sempre verdi delle ville abbandonate, i passeri non si mostravano più; solo qualche pettirosso s' affacciava ancora fra le siepi nella eleganza signorile dei propri colori e con moti di delicatezza raffinata fino alla civetteria. La sera si appressava velando sui campi il grano sorto da poco ; qualche lume appariva già alle finestre; molte scintille sfuggivano dai camini.
La maggior parte dei lavoratori cominciava già a ritornare nelle case, •che si disponevano a riceverli con la letizia del fuoco e della cena.
Involontariamente abbassai la testa e rattenni il cavallo.
Il paesaggio era solenne, l'ora severa.
In quel momento nessuno passava nella strada.
Un tumulto di memorie, di pensieri, di sentimenti mi sopraffece.
Quanti popoli, quanti individui, quante vicende erano passate per quella strada! Quanti mutamenti di natura intorno ad essa, e nullameno quanta immutabilità nel paesaggio, dacché il primo sguardo lo consegnò alla prima memoria ! I colli erano sempre gli stessi: la natura vi si era destata nella primavera ai medesimi venti, ornandosi dei medesimi fiori; vi aveva affocato nell'estate, nella stessa fecondazione maturante ad ogni minuto ; vi si era assopita nelle malinconie lacrimose degli autunni ; aveva simulato di morirvi sotto il bianco lenzuolo di tutti gì' inverni. Dietro ai primi colli rugati da minimi ruscelli, se ne alzavano altri più uniformi di colore, e, dietro, altri ancora- violacei e trasparenti a certe ore; in altre, rigidi e acuti nel cielo grigio ed unito. E le stesse vette da tremila anni attiravano lo sguardo di tutti i viandanti, mentre la stessa voluttà delle curve, la
(1) Int. piano stradale.