Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      Sanzio Raffaello
      i periodici di que] tempo, e fra gli altri YArcadico, possono somministrare a chi ne desidera i più minuti particolari.
      Raffaello, vedute le stampe bellissime di Durer, fece disegui che diede ad incidere a Marcantonio Raimondi; q cosi perfezionò e promosse la vera scuola dell'incisione italiana. La quale scuola d'incisione ci perpetuò fra molte altre cose la Strage degl'Innocenti, e le bellissime sue invenzioni della Storia di Psiche. Egli pure molto contribuì alla scoltura, rivolgendola dalla fierezza michelangiolesca alla soavità ed eleganza delle forme antiche ; e n'ò prova la statua del Giona, condotta dal suo allievo Lorenzo Lotti, e collocata nella cappella Chigi in Santa Maria del Popolo. Fu anche ar chitetto eccellente, di che ci rimane a toccar brevemente.
      « Una delle più gentili fra le sue produzioni (scrive il Selvatico nella sua Storia delle arti del disegno) è il prospetto del palazzo Uguccioni sulla piazza del Granduca a Firenze, cbe in piccolo spazio manifesta aspetto semplice e ricco ad un tempo. Come in quasi tutti gli edifizi da lui architettati, accoppiò le colonne, maniera elegaute ch'egli aveva appresa dal Bramante, e che trasfuse alla più gran parte degli architetti romani e fiorentini della sua epoca. È pure opera gentile di Raffaello la bella villa Madama in Roma, che diceasi uu tempo villa del papa. Viene anche attribuito a lui e il casino Chigi alla Lungara, e un palazzo vicino a Sant'Andrea della Valle, e qualche altro edifizio di minor conto. Ma quello che più degli altri lo attesta uomo di finissimo gusto anche nell'architettura è il palazzo Pandolfini a Firenze, uno dei più eleganti senza dubbio che vanti l'Italia. Non vi ha forse architetto contemporaneo che elevasse fronte più nobile e di uno stile più castigato. Nè il Peruzzi, nè il Sangallo, nè il Palladio produssero mai un miglior insieme con più squisiti dettagli e con più gradevoli proporzioni. In nessun luogo l'architettura presenta finestre inquadrate da più corretti stipiti, nè piani spaziati in guisa, da preparare i ripesi più acconci a rendere spiccata la bellezza degli ornamenti. Il cornicione poi è senza duhbbio uno de'più ben proporzionati che ci desse l'architettura del cinquecento.
      < Raffaello fu eletto da Leone X architetto della chiesa di San Pietro dopo la morte di Bramante; e allora si diè tutto a meditare nn nuovo disogno per la vasta mole, disegno che ci fii conservato dal Serlio nel suo libro terzo. Il pubblicatore di questo e i critici inclassichiti dello scorso secolo ne lodano a cielo il concetto e l'ordinanza; ma, ad onordel vero, bisogna dire che il concetto non ha nulla di originale, perchè è nient'altro che una basilica a tre navi a croce latina, con gran piloni posti a spartire nell'ambulacro mediano la nave maggiore dalle due laterali, piloni che dovevano di necessità essere tale ingombro all'occhio, da non lasciargli dominare ad un punto tutte tre le navi. L'ordinanza poi così delle cappelle sfondate, che de' tre grandi emicicli della crociera, è tolta dagli avanzi delle terme romane, studio allora quasi unico degli architetti, perchè le rovine delle terme erano forse le sole che si potessero esaminare con qualche frutto,
      seudo le altre coperte dal terreno, e difficilmente misurabili 1.
      Quando si dice che Raffaello fu il primo pittore de' tempi moderni, non vuoisi già intendere jche superasse ogni altro pittore in ogni parte dell'afte, sihbene ch'egli possedè tutte insieme le parti cfélta pittura in quel grado da niuno mai raggi unto.* Fu sovrano nel disegno, e cedè a Michelangelo solo nella teoria de'muscoli e nel carattere forte. Non adegua nella scienza delle ombre il Correggio, nè è pari a Tiziano nel colorito, quantunque lo abbia pareggiato in alcuni ritratti. Tutti vince però nell'espressione, non essendovi moto dell'animo cui non sappia atteggiare i volti de'suoi dipinti. Sopra tutti sollevasi nell'inventare e nel comporre. Ei sa scegliere il momento più opportuno alle sue rappresentanze; la principale figura si offre spontaneamente allo sguardo; una è sempre l'azione, nè mai affettato il contrapposto. Nella grazia può paragonarsi ad Apelle, cui è anche simile per la benignità verso gli emuli. Nelle mani e nei piedi pochi il pareggiano, nè già per castigatezza di forma, ma per espressione, trovando sempre la movenza più adatta al sentimento e all'azione che vuol rappresentare. Nelle mani però gli attacchi dell'ulna al radio sono troppo sentiti, e lasciano spiccar troppo la testa dell'osso radiale. Ma ove Raffaello toccò nel disegno un apice nè superato mai dagli emnli, nè raggiunto dagli artisti susseguenti, fu nelle teste, quasi tutte perfettissime di forma, insigni pel tipo ben adatto ai caratteri differenti, egregie per varietà, ricche di vita, eyse così possiamo dire, di parola. Nei nudi non giunse però mai alla Bevera perfezione di Fidia. La scienza dell'insieme, affinata dal sentimento di grazia che gli si era connaturato, guidò il sommo ingegno di lui anche nella scelta delle drapperie. Studiate queste sul vero, come faceva di tutto il resto, non andava ad acconciare i panni sul manichino, ma li gettava sulla persona in quel modo ch'era più adatto alla ragione del muoversi d'ogni figura. Per siffatte cose Raffaello è. con Dante e Michelangelo, la gloria suprema d'Italia e l'onore dell'uman genere.
      Bibliografia. — A coloro che bramano di conoscere la vita e le opere di Raffaello nell'ampiezza maggiore che gli studii presenti ce lo consentono, proponiamo la Storia della vita e delle opere di lui scritta dal Quatremère, e voltata in italiano con molte annotazioni ed aggiuute da Francesco Longhena, uscita in Milano dai tipi Sonzogno nel 1829, che era la più completa e la migliore di tutte le biografie di Raffaello, quando venne in luce Bafael von Urbino und sein Valer Giovanni Santi del Passavant (Lipsia 1839), cou atlante di quattordici stampe, l'opera più completa su Raffaello cbe si conosca in qualunque lingua è letteratura, e cbe servì di guida ai dotti commentatori del Vasari nell'edizione Le Monnier. Fra le altre opere di parziale iuteresse sono a consultare ancora le seguenti: Angelo Comolli, Vita inedita di Raffaello d'Urbino illustrata con note «Roma 1790 ; 2" edizione 1791) — Carlo Fea, Notizie intorno Raffaello Sanzio da Urbino ed alcune di lui opere, ecc (ivi 1822) — M. Luigi Pungileoni, Elogio storico di^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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