Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SàNTOfiiO SANTORO
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      Riassumeado il fio qui detto, colla «corta eziandio di Una seconda commissione eletta dal Governo ellenico ad esaminare quei portentosi fenomeni, composta del direttore della Specola di Atene Giulio Schmidt, dei professori Mrzzopuio, Bugucas, Cri-s tom ano e del capitano Palanca, avvertiremo che l'aaione vulcanica ebbe il suo massimo sviluppo dal 10 di febbrajo alla fine di marzo del 1866. Recatisi cotesti commissarii, il dì 11 febbrajo, intorno al lato meridionale della Nea Kammeni, notarono che il così detto nuovo Vulcano aveva da 20 a 30 metri di altezza eoa 200 di diametro. Il vapore superiormente e dai lati era bianco e forte. Invece di cratere, non vi erano che grandi fenditure, e gli angoli d'inclinazione del monte, cbe constava di grandi e piccoli massi, erano insignificanti e minori di 25°. Era nato questo monte dal lento emergere di roventi macigni, di natura trachitica, i quali rotolando continuamente ingiù da tutti i canti, aumentavano poco a poco la massa. Nei giorni 20, 21 e 22 febbrajo susseguirono eruzioni di pietre e ceneri al fragore di terribili detonazioni, la formazione vaporosa salì fino a 2 e 3000 metri, cospergendo grandi tratti di Santorino di cenere fina, nero-grigia. Le pietre roventi più grosse non furono slanciate a più di 1000 metri dal vulcano, e si successero altre due simili eruzioni notturne, potentissime, tra il 23 ed il 28 febbrajo. I commissarii ebbero agio di osservare che il monte andava sempre crescendo ed era alto di già 50 metri con 500 di diametro. Appoggiavasi verso N. al pendìo meridionale del cono della Nea Kammeni, e spinge-vasi al S. sempre più nel mare, alla profondità di 46 a 64 metri. Le detonazioni non cessavano quasi mai perfettamente, ed erano più fiate gagliarde e grandiose e di svariatissima natura; tali da porgere argomento a molteplici osservazioni. L'ampio fumajuolo della vetta mostravasi ora alto 30 a 60 metri, ora 1000 a 2000 metri, e nel caso di vento impetuoso, profondamente inclinato e lungo da 6 a 12 chilom. L'odore sulfureo, non troppo forte, sentivasi nondimeno a Milo, a lo ed Amargo. La base delle nuvole vaporose aveva di notte costantemente una luce rossa, molte volte di bellissimo aspetto, la quale non si alzava però mai più di 300 metri.
      Mentre sviluppavasi in questo modo il vulcano denominato di San Giorgio, formossi, la mattina del 13 febbrajo, sotto gli occhi stessi dei membri della seconda commissione, al S. O. del precedente, «d all'O. presso la puuta di Eleva, una nuova isoletta nel modo stesso e identico della fin qui descritta. Venne chiamata con nome assai adatto Afroessa e Spumosa, come sopra accennammo, per suggerimento del summentovato Mizzopulo, e già fin dall'I 1 febbrajo si vide in quello stesso luogo
      10 svolgimento considerevole di bolle innumerevoli
      11 gas, che elevavansi ivi con 24° di calore acqueo li Gelso, mentre alla sola distanza di 100 a 300 metri lalla spiaggia meridionale della Nea Kammeni in-•outravausi in mare svarìatissime temperature da 7* a 60° di Celso, specialmente nell'acqua di colorgiallo, giallo-bruno e bianchiccio. Fra ootesta isola " la Palea Kammeni si fecero degli scandagli, e rilevossi che non vi era più la profondità di 181 Nuova Encicu Ital. Ve
      e 186 metri, verificata nel 1848 dall'inglese Grives, ma che tutte quelle profondità si mantenevano tra i 72 ed i 126 metri. 11 dì 11 marzo l'Afroessa era alta 21 e il dì 23 circa 34 metri, con più di 200 di diametro. Dalla metà poi di marzo od un po' più tardi non fu più isola, ma erasi di già unita con Fleva, ed ergevansi di frequente dal mare e salivano molto, nelle sue vicinanze, grandi e piccole fiamme verdi-gialle. Sempre, senza eccezione, il fumajuolo della vetta dell'Afroessa era di color ruggine o cannella bruno carico alla base, e fino a 30 o 50 metri di altezza. Crebbe l'Afroessa nella stessa guisa del monte San Giorgio, e doveva riempire da ultimo verso il S. profondità marittime da 54 metri; ma fin dall'I 1 marzo fu accertato che le sue eruzioni di vapori e pietre furono deboli. L'11 febbrajo erasi mostrato di già il pendìo inferiore meridionale dell'antico cono di eruzione della Nea Kammeni, acceso fin dal 1707, e forti fumajuoli di solfo comparvero quivi e salirono di giorno in giorno più in alto verso la cima. Al finire di marzo erano di già formati i fumajuoli nel cratere del cono assai devastato da nuove grandi fessure, ed il 26 marzo il mare era riscaldato a 55° di Celso, alla falda settentrionale del cono. L'azione vulcanica progredì dunque dal luogo della prima eruzione, tanto al S. O. quanto al N. O.
      Vedi: Mittheilungen aus Justus Perthes' Geogr a phischer Anstalt etcvon Dr A. Petermann (Gotha 1866) — Sonnini, Grecia e Turchia — Ley-cester, Royal Geographical Journal (voi. xx).
      SARTORIO Santoro (biogr.). — Celebre medico italiano, nacque a Capo d'Istria nel 1561, morì a Venezia nel 1636. Dottorato a Padova, fermò dimora in Venezia, dove si rese celebre per grandi e lieti successi nella pratica. Nel 1611 fu a Padova professore all'Università; ma chiamato sovente a Venezia per ammalati, tali viaggi faticosi gli alteravano la sanità, di che si dimise dalla cattedra, di cui per altro gli vennero conservati gli emolumenti, e passò il rimanente dei suoi giorni a Venezia, dove mori 11 Santorio fu uomo dotto, di ingegno elevato, cbe non adottava ciecamente le opinioni volgari del suo secolo; e noi enumerando le sue opere, ne faremo rilevare il pregio: Me-ihodus vitandorwn errorum omnium qui in arte medica contingunt, libri XV (Venezia 1602, più volte e altrove) ; contiene cose utili, quantunque abbondi di ragionamenti ; grande sagacia per isco-prire le malattie oscure ; valuta la forza dell'abitudine; confuta Plinio e Dioscoride sulle proprietà medicali di alcune piante ; si mostra nemioo degli empirici, indica i medicamenti incerti o inutili: biasima egualmente l'abuso e lo spregio del salasso ; Commentaria in artem medicinalem Galeni (ivi 1612, più volte ed altrove), opera diffusa in cui vengono confutati i commentatori di Galeno ; Ars de statica medicina, seclionibus aphorismorum se-ptem comprehenta (ivi 1614). Pochi libri scientifici furono ristampati tanto spesso come questo, di cui si conoscono moltissime edizioni con note e commenti, e varie versioni in francese, inglese e tedesco. 1 medici dell'antichità, Ippocrate e Galeno, non avevano ignorato l'esistenaa della traspiratone insensibile. Ma niuno aveva tentato di calcolare, XI.Y, 80
      ^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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