Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      Cantorino, Sant-erini, o degir-menlikmeni attivo commercio ed insolito e vivace movimento, che ridondava a vantaggio di essa e di Santorino.
      11 nuovo fenomeno di natura, che Rosz aveva previsto e temuto fin dal 1835, non si è più fatto effettivamente aspettare. La notte del 17 al 18 gonna jo, vecchio stile, ossia 29-30, nuovo stile, dell'anno 1866, si avverò quivi una violenta scossa, che durò lunga pezza. La mattina del 18 si manifestò in essa, nella sua spiaggia meridionale, un vasto allegamento, cui successe , la notte susseguente, nel porto Vulcano, una violenta eruzione di fuoco, la quale, spandendo scintille, sollevossi fino all'altezza di cinque metri sulla superfìcie del suolo dell'isola, durò tutta la notte, e la sua luce rischiarava tutta Santorino. Il medico D&kignUas, la cui casa, vicina al porto Vulcano, erasi convertita per l'inondazione in una isoletta, recossi per acqua e per terra, coll'eparca o sotto prefetto e col giudice di pace, intorno ed attraverso di tutta l'isola Nea Kammeni, e costatò quanto segue: 1° L'isola era spaccata per l'intiera sua lunghezza, e nel suo mezzo era comparso un laghetto d'acqua potabile. 2° Q lattro delle case dell'isola erano crollate, e sei bast menti balnearii, ch'erano stati divelti per metà dall'isola, stavano nel mare. 3° L'origine o fonte dello scoppio si ravvisò nelle vicinanze del porto Vulcano. In conseguenza di ciò, la parte meridionale di Nea Kammeni era sommersa, ed il suo affondarsi continuava. Le acque scaturienti da quella fonte erano di color giallo di solfo, e cosi calde, che non pote~asi tenervi la mano, e la loro evaporazione era ingrata e malsana. Queste furono le prime notizie dello spaventoso terremoto di Santorino al principio del 1866, nè tardarono le relazioni uffiziali, di cui ci varremo per porger contezza ai lettori dello sconvolgimento tellurico quivi successo. Ci è di scorta principalmente la relazione del precitato eparca, di cui diamo qui uu sunto.
      Rilevasi dall'esposizione del medesimo, in data 20gennajo 1F66, che gli abitanti di Santorino erauo da due giorni in pensiero di prossimo turbamento o cataclisma, dacché il 18 si udì di tratto in tratto un leggiero muggito nell'isola Nea Kammeni, e proprio in vicinanza del porto Vulcano, laddove trovansi le acque minerali, e precipitavano contemporaneamente quasi di continuo i pezzi di rupe. La mattina del 19 si manifestarono in molte case dell'isola diverse fenditure e parimenti nel suolo, ed anche nel molo del porto di recente costruzione. Verso mezzodì il rumore si fece simile a detonazioni, il mare nel porto Vulcano, dove aucomnsi d'ordinario le navi per ripulirsi nelle loro fodere di rame, era violentemente agitato, e innumerevoli bolle sollevavansi di continuo dal fondo delle acque. Vidersi nello stesso tempo sulla superfìcie del mare e sui vicini margini del lido bianchi vapori esalanti odor sulfureo. Dopo il mezzodì dello stesso giorno aumentò il rumoreggiare del mare, ed il tratto di quei margini littorani cominciò poco a poco ad affoudare. La mattina del 20, alle 5, manifestaronsi sulla superficie del mare, in vicinanza della spiaggia occidentale del detto porto, delle fiamme iguee all'aspetto, pari a tizzoni accesi, le. quali però scomparvero circa un'ora dopo.
      Osservato più da vicino il fenomeno vulcanico, si riconobbe primieramente che tutta la terra S. 0. della Nea Kammeni era spaccata; spaccatura che aveva la sua origine sul mare littorano 0. accanto al porto di San Giorgio e prendeva la direzione di E., divideva il monte sull'isola e questa stessa quasi per intero in due parti ; ed eranvi inoltre inuumerevoli fenditure le quali andavano parte dall'E. all'O., parte dal N. al S. per tutta la superficie dello scomparto S. 0. dell'isola. Cotesta superficie formata dalle agglomerazioni di pietre vulcaniche e sabbia o piuttosto di polvere basaltica, era stata fino allora arida e inetta alla coltura, presentava quattro laghetti di acqua dolee, che crescevano insensibilmente ma continuo: imperocché , misurato il più grande di essi , della estensione appena di 7 metri e */3 quadrati, in sole quattr'ore n'era cresciuta l'acqua di 5 centimetri. Al punto poi della propria e vera attività del vulcano, sentivasi odor di solfo, e vapori bianchi e di calore soffocante elevavansi dal mare agitato, e comparivano iuterrottameute sulla sua superficie piccole fiamme di color bianco e verde; dal che si scorge, constare quei vapori di formazioni di solfo, idrogeno ed acido fosforico.
      Il suolo tremava incessantemente, ma andavasi sommergendo insensibilmente assai verso il prementovato porto, mentre simile sommersione dal lato occidentale era più sensibile di molto, dappoiché nel suolo del lato orientale non erasi ravvisato che l'affoudarsi di due metri, e nell'occidentale invece di circa quattro. Agitatissimo il mare, di color rossiccio e somigliante ad acqua contenente grande quantità di ferro carbonato , colla temperatura non diversa da quella della rimanente acqua, ma di sapore più amaro. Fortissimo il romoreggiar del mare , e prodotto certamente da copiose scaturigini ferruginose e solforose, erompeuti con violenza dal fondo: ma il rumore era stato generato dai vapori ergentisi con impeto. Le navi ancorate nei diversi porti di Nea Kammeni dovettero abbandonarli per paura di ulteriori eruzioni vulcaniche. La notte del 21 al 22 genuajo diventò bianco e di color latteo il mare intorno a Nea Kammeni, ma sulla sua superficie ed intorno ai margini littorani del porto comparvero ad intervalli fiamme di color rosso, mentre si sollevò nel porto di San Giorgio una corrente che non permetteva l'uscita alle navi qui stanziate, specialmente per il soffiare del vento da mezzodì. La mattina del 21 il mare si fece ancor più agitato nel porto Vulcano, non solo in couseguenza dell'azione vulcanica, ma pel vento che dominava sempre dal mezzodì. La superfìcie del mare intorno alle isole bruciate appariva parte verde, parte azzurra, e così rimase tutto il giorno. I quattro laghi formatisi il giorno precedente eransi ingranditi alquanto, od altri cinque aucora eransi pur formati, la cui acqua era assai chiara e di niun odore. Il terreno continuava ad affondarsi, ma gradatamente e nella direzione orientale del porto con maggior lentezza, dacché qui non si avverò in un'ora che di soli dieci centimetri. Le fenditure antecedenti eransi allargate, ed eran3ene aggiunte di nuove, ma sempre in direzione S. 0. Il leggiero rumore non cessava un^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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